martedì 16 luglio 2024

Amicizie sbilanciate: una miniserie.

Quello dell'amicizia e' un argomento cui penso spesso, e di cui ho parlato anche nel blog frequentemente.

Sin da bambina ho vissuto ogni amicizia in modo conflittuale, come fonte di grande gioia e profondo dispiacere, mi ricordo vagamente un tema in terza elementare sull'amicizia, dove elaboravo il proverbio che paragona un amico a un tesoro, e in cui esprimevo la mia idea, ancora immatura all'epoca, che secondo me avere un amico comporta aprirsi alla possibilità di essere feriti. Forse ne ho già parlato. Comunque, già 50 anni fa avevo vissuto piccole delusioni, abbandoni e "tradimenti", e queste sofferenze antiche hanno plasmato la visione dell'amicizia ho tutt'oggi, una visione di opposizione per cui vivo le mie amicizie con passione, affetto ed altruismo e contemporaneamente, con una certa dose di distanza, con un muro pronto ad alzarsi e proteggermi, un MOSE psicologico che mi difende dall'alta marea del dolore che la fine di una relazione crea: io so di essere sempre inconsciamente pronta a "levar le tende", a terminare il rapporto, o accettarne la fine, qualora diventasse necessario per la mia sanità mentale. Questa mia intuizione di bambina mi ha fatto entrare in ogni rapporto di amicizia con la consapevolezza che potrebbe non durare, e mi ha sicuramente indurito perché mentalmente sono preparata all'idea che finisca, pronta a chiudere ogni capitolo, ogni amicizia, senza rimanerne annientata. Sin dal primo abbraccio, dalla prima chiacchierata ho già istintivamente preventivato, ed accettato, la possibilità che questo rapporto non possa durare. Fa male comunque, quando succede, ma meno.

Adoro le mie amiche, non ne ho tante, ma sono tutte parte integrante della mia vita, offrono distrazione, conforto, leggerezza, approfondimento alla mia vita. Sono le mie terapiste, e io la loro se necessario, ed offrendomi prospettive diverse, la loro presenza arricchisce la mia vita. E se faccio il possibile per mantenerle e curarle, nel mio subconscio ho già accettato la potenziale precarietà di queste relazioni. Non e' facile mantenere un'amicizia nel tempo, se mi guardo indietro vedo una fila di persone che sono state presenti nella mia vita alcune per tanto tempo, altre per poco, e che ora sono scomparse (alcune sono anche tornate!), e  non e’ solo la mia esperienza: secondo questo studio fatto nel 2009 da un sociologo olandese, statisticamente ogni 7 anni meta' delle nostre amicizie vengono rimpiazzate. Sembra incredibile: il 50% delle nostre amicizie finisce, ma in qualche modo troviamo nuovi amici. Ogni 7 anni. L'impermanenza dell'amicizia e' un'esperienza generale umana, bisognerebbe cambiare il detto da "chi trova un amico trova un tesoro", a "chi trova un amico, e non lo perde nel corso degli anni, trova un mega-tesoro".

Mentre scrivo, mi rendo conto di essere imprecisa perche' uso la parola "amica", che facilmente genera confusione, e' vaga ed indeterminata, tant'e' che anche lo studio che menziono usa termini come friends and acquaintances, amici e conoscenti, ma anche quelli hanno un significato strettamente soggettivo: ognuno di noi cataloga le persone che fanno parte del proprio "giro sociale" in modo diverso, il termine "amico" da solo e' privo di sfumature, si usa indifferentemente per definire sia la Tua Persona, che la persona che incontri una volta al mese quando vai alla riunione di classe e con cui scambi 4 chiacchiere alla fine. E' vero che si può "qualificare" un'amica: vecchia amica, grande amica, migliore amica, amica del cuore, amica di convenienza, etc. ma a diversità ad esempio delle relazioni romantiche, non esiste un contesto ufficiale o anche solo ufficioso che definisca la profondità della relazione tra due amiche (perdonatemi se uso il femminile, e' semplicemente perché la maggior parte delle mie amicizie coinvolgono donne): se dico "il mio ragazzo", tutti sanno che parlo di una persona con cui ho una relazione in qualche modo stabile, romantica, probabilmente sessuale; se dico "il mio fidanzato", tutti sanno che con questa persona con cui ho una relazione romantica e probabilmente sessuale non solo stabile ma anche ufficiale, con un certo futuro; se dico “il mio compagno” o “mio marito", tutti sanno il tipo di relazione che abbiamo. Termini diversi che danno un connotato sociale alla relazione.

Ma se dico "la mia amica", nessuno sa esattamente cosa intendo. E anche quando qualifico questa amicizia, e' molto difficile capire quale sfumatura di grigio la tinteggi. 

Poi bisogna considerare la reciprocità nelle amicizie, che spesso e' data per scontata; pensiamo all'amicizia secondo Aristotele, che parla di 3 tipi, dal livello più "basso" e utilitaristico a quello più elevato e profondo, si presume sempre che entrambe le persone coinvolte vivano questa amicizia nello stesso modo, con lo stesso livello di coinvolgimento. Cosa succede quando un rapporto di amicizia nasce ed e' sbilanciato sin dal primo vagito? Cosa succede quando una componente della diade ritiene questa un'amicizia importante, e l'altra no?  Quanto puo’ durare questo tipo di amicizia prima che si sgonfi come un souffle’ montato male?

Se avete mai vissuto amicizie di questo tipo, prima di tutto mi dispiace: partendo dal presupposto che voi eravate la parte non interessata, presumo che sappiate bene che sono amicizie sfasate, fastidiose e faticose perche' c'e' una persona che fa una fatica bestiale a cercare di provare emozioni che non sente, per cui ogni interazione e' vissuta come una sorta di auto-costrizione, a volte tortura, mentre l’altra, ignara, continua a dargli ossigeno, ne ha per qualche motivo bisogno; questo ovviamente vi fa sentire in colpa, come fate a mollarla poverina poi e' da sola non conosce nessuno in questa città, mentre voi vorreste fare tutt'altro, anche infilarvi una forchetta in un occhio piuttosto che passare un altro minuto con lei. Cosi' questa amicizia continua ad andare avanti, in un circolo vizioso e spossante per voi.  Ed inutile.

Un'amica e' come una banca energetica collegata a pannelli solari, a volte tu sei il sole che la ricarica, a volte lei, e comunque quando vi trovate, vi ricaricate entrambe, perche' l'interesse a passare insieme del tempo, che e' la valuta più preziosa in ogni amicizia, e' reciproco. Alla fine di ogni contatto il bilancio personale energetico deve essere positivo. Ti vedi con la tua amica e torni a casa carica, anche se hai dovuto ascoltarla mentre piangeva o soffriva. Le amicizie sbilanciate, invece, sono dei vampiri energetici, e come tali bisogna ridurre il tempo dedicato loro o, ancora meglio, eliminarle appena possibile. 

Tutte le amicizie sbilanciate hanno una data di scadenza nel momento in cui iniziano, sono rapporti destinati a finire, uno può provare ad incoraggiarli e nutrirli, ma finiranno per implodere, misericordiosamente devo dire, nonostante tutti gli sforzi, lasciando un senso di sollievo e, simultaneamente, un sapore amaro in bocca a chi questa amicizia l'ha vissuta nel tempo come un peso, spesso un supplizio, pur continuando ad alimentarla principalmente per il bene presunto dell'altra persona. Un resoconto onesto, un post-mortem completo di un’amicizia cosi’ non può che includere parole come “spreco di tempo” e “sarebbe dovuta finire prima”.

Ve lo dico per esperienza personale: quando in una relazione, una delle persone coinvolte deve sforzarsi per farne parte, per qualsiasi motivo, vuoi per compassione, tradizione, o senso di colpa, la fine, quando arriva (perche’ arriva), fara’ più male a lei, che questa amicizia l’ha subita, che all'altra parte coinvolta, che invece troverà il modo di infilarvi LEI quella forchetta nell'occhio, continuando a farvi sentire in colpa. Mentre lei fa la vittima, come tutte i manipolatori d'eccellenza. Se solo sapesse.

Vi chiederete, come faccio a saperlo, ad essere cosi’ convinta? 

Cosciente del fatto che oggi abbiamo tutti la capacita’ di attenzione di un pesciolino rosso (o sono solo io?!?) ve lo racconto nel prossimo post.

mercoledì 14 settembre 2022

Tornare a scrivere

Sono passati 5 anni dal mio ultimo post. Settantadue mesi traboccanti di cambiamenti profondi, sociali e personali, cambiamenti cosi radicali che spesso faccio fatica a riconoscere non solo il paese in cui vivo da quasi 30 anni, ma anche me stessa. 

Ovviamente in questi anni ho creato decine di post, giuro, ma sono tutti rimasti a macerare, uno dopo l'altro, all'interno delle mie meningi: per motivi che ancora non riesco a capire pienamente non sono mai stata in grado di trasferirli dalla mente alla tastiera. 
Penso che alla base di questo auto-sabotaggio ci sia il fermentare di dubbi e paure, tra cui quella di essere irrilevante, e doppiamente: se il blog e' un mezzo di comunicazione in via d'estinzione, e il mio e' il blog di una donna di 56 anni, essere invisibile e irrilevante per tradizione.

Chi legge i blog, oramai?  E' una domanda legittima: se tutti sono su TikTok, Instagram, Facebook, persino Twitter, chi ha tempo/voglia/interesse di visitare un blog? 
Io do la colpa ai social, ovviamente: con la scusa di connetterci con il mondo, ci hanno reso dipendenti al flusso rapido e non-stop di informazioni su tutto, e su niente, rendendoci incapaci di prestare attenzione, incapaci di concentrarci per più di un paragrafo, due al massimo, su qualsiasi argomento. Leggere un post, un articolo o un libro richiede una serie di attività cerebrali che sviluppano e migliorano, tra le varie capacità, anche quella di concentrazione, tutte assolutamente inutili per un'esperienza soddisfacente sulle piattaforme sociali menzionate: li' e' possibile ricevere informazioni senza fare alcuno sforzo, li' ci troviamo, quasi involontariamente, a guardar, riguardare... e riguardare ancora, ad libitum, infinite reel con musichette martellanti in sottofondo, gente a caso che fa il playback di audio originalissimi copiati e stracopiati, il tutto senza dover pensare.  Chi vuole avere una presenza anche minima sui social, vive lo stress di dover creare ogni giorno "contenuti" in qualche modo interessanti, lasciamo stare originali perché ormai la gente si arrampica letteralmente sui muri per dei like. Se mi faccio un video seduta sul cesso, che dite, divento virale? Nel migliore dei casi, siamo criceti dentro la ruota, al peggio, degli zombie.
Ci convinciamo di non aver il tempo di leggere un articolo, di essere presi, eppure di tempo ne troviamo, più di 2 ore al giorno in media, per muovere l'indice su e giù, esponendo il cervello a raffiche di informazioni e immagini spesso inutili, deleterie o false.  Ogni tanto ci arriva un'informazione che ci e' utile, ma in generale, siamo sommersi da cagate pazzesche. Un esempio: ho guardato per 5 minuti il reel di una che spiegava cosa fare quando un'orchidea in vaso soffre, pensando, " buono a sapersi". MABUONOASAPERSIDECHE? Non ho un'orchidea ne' ho alcuna intenzione di prenderne una! 
Incapaci di nuotare, ci buttiamo volontariamente in acque tempestose, e chiamiamo l'annaspare e afferrare dati e notizie per lo più insignificanti, "essere informati". Affoghiamo in un mare di superficialità che hanno zero importanza nella nostra vita, e lo chiamiamo "essere sociali".  Io so che non ce la faccio più, ci ho provato, tante volte. sarà che sicuramente soffro di ADD (senza iperattività ovvio), ma non ho più spazio nel cranio per assorbire niente che non sia per me funzionale, importante, interessante e soprattutto, di mia scelta. Questi algoritmi che spingono contenuti hanno strarotto. 

Fate un esperimento, scrivete su google "i blog sono..." e vedete qual'e' il primo aggettivo suggerito automaticamente.  
Qualunque sia la ragione, e magari non e' solo colpa dei social, la maggior parte dei blog e' defunta, o in via d'estinzione, pochi li aggiornano, ancora meno li leggono, rendendoli una forma di comunicazione obsoleta e... irrilevante! 
Come me.
Una volta che ho capito ed accettato questa verità, ho trovato una delle ragioni per tornare a scrivere su questa piattaforma ormai trascurata, che poi era la motivazione originaria del blog: catarsi terapeutica personale. Se scrivo per me stessa allora devo soltanto essere rilevante per me stessa, e i dubbi e le paure sono svaniti. 
E' un blog personale, dove non vendo niente, non sono esperta di niente se non della mia vita, e anche li'... Scrivo del mio percorso, dei miei interessi, del mio quotidiano, che capita di essere in America. Non devo dimenticarmi che questi sono i deliri di una donna di una certa eta', non un ricettario, una guida turistica o un manuale di istruzioni: questo blog e' un'insalata fatta di ingredienti a caso, quelli che la vita mi offre. Se nessuno legge quello che scrivo, e' capibile. Pero' io so che scrivere sul blog mi permette di metabolizzare la mia esperienza, esteriorizzare i miei sentimenti, rivalutare i miei problemi a freddo, e magari trovare soluzioni, identificare nuove direzioni, o anche solo capire meglio me stessa. 

Quindi eccomi qui, 5 anni dopo, a tornare a scrivere, in un'apoteosi di obsolescenza. Spolveriamo il blog semi-estinto, o meglio vintage và, che fa più figo, e diamogli nuova vita!

Dopo cinque anni, mi sa che devo ripresentarmi, il più velocemente possibile, considerato che tendo ad essere prolissa.
Mi chiamo Monica ma in famiglia mi chiamano Moky, ho 56 anni, sono di Milano e vivo negli US dal 1993. Ho 4 figli, sono vegana da più di 16 anni, da 2 anni sono presidente del consiglio direttivo della Cooperativa Alimentare locale. 
Come sono cambiata in 5 anni? Prendo spunto da uno dei meme che girava un paio d'anni, quello che dice "how it started vs. how it's going", come e' iniziata contro come sta andando, per mostrare il mio cambiamento esteriore:

COME E' INIZIATA  

Maggio 2019


COME STA ANDANDO

Settembre 2022


Si nota la differenza? Chiamatemi pure Silver Fox, Biancaneve oppure Crudelia, sono orgogliosa della mia chioma bianco-grigia!
Come e' successo? Dopotutto io ero quella che  fremeva all vista di mezzo millimetro di crescita e che diceva che sarebbe morta prima di smettere di fare la tinta! La naturalizzazione della mia capigliatura e' iniziata nei primi mesi del 2021, racconterò la storia di come e' andata un'altra volta, era da diverso tempo che ponderavo questa possibilità, poi un giorno ho preso la decisione, ho fatto il salto, e ho sofferto anche,  durante i mesi di transizione, indossavo cappelli e fasce per coprire la linea di demarcazione tra la "vecchia me" e "me vecchia", ma ora sono soddisfatta. Certo ci sono volte in cui mi chiedo se ho preso la decisione giusta, soprattutto quando sento i commenti della gente, che mi etichetta "vecchia e senile" solo per il colore dei capelli. E per le rughe ovvio. Ma sono momenti fuggenti, perché principalmente non me ne frega più una cippa del giudizio degli altri. 

Se io sono cambiata, e' certamente cambiato anche il resto della mia famiglia; per quanto riguarda la prole, a casa' rimasta solo la Fagiolina, Violet, che ora ha 13 anni e da 2 e mezzo vive con il diabete tipo 1 e, siccome le malattie autoimmunitarie arrivano gemelle, la celiachia. Una goduria, lasciatemelo dire!! E' in terza media, va bene a scuola, le piace il teatro musicale e l'arte. 


2020

2021

2022

I tre grandi vivono per conto loro: Chris, che ha 27 anni (ed e' single, la butto li') si e' laureato con un Bachelor in Cyber Operations nel 2018 






vive in un appartamento in città con la sua gatta e lavora nel campo della cyber security quindi sta bene. O meglio, presumo che stia bene: ho dei lunghi monologhi delle grandi conversazioni con lui, tipo 15 messaggi di fila miei, a cui lui risponde, se sono fortunata, con uno stitichissimo mono o bisillabo. Pare che oggi i ragazzi, forse solo quelli americani?, sdegnino le telefonate, comunicando poco e principalmente via SMS con noi genitori (con gli amici usano Discord, ove mi e' stato esplicitamente detto che non sono la benvenuta! <sigh>). Ora so che quando Chris mi chiama e' perché e' successo qualcosa, l'ultima volta che mi ha telefonato e' stato il 28 dicembre 2021 per dirmi che stava male, che aveva chiamato l'ambulanza perché pensava di stare avendo un infarto, cosa che sapevo essere impossibile. Infatti non era un infarto ma un pneumotorace spontaneo, praticamente gli si era collassato un polmone senza causa traumatica. Per farvela breve, e' stato ricoverato nell'ospedale locale, nella speranza si sistemasse da solo, ma dopo 3 giorni (il 31 dicembre!) lo hanno trasferito alla Mayo Clinic di Scottsdale dove all'arrivo, siccome cerchiamo sempre di non farci mancare niente, gli hanno diagnosticato pure il Covid (preso sicuramente nella sala d'attesa dell'ospedale locale!), asintomatico per fortuna, e dove lo hanno operato un paio di giorni dopo, rimuovendogli un pezzo di polmone. Iniziato il 2022 cosi bene, da allora non mi lamento più se non mi chiama e continuo i miei soliloqui via SMS con lui, accettando con tripudio materno le sue sporadiche, e concisissime, risposte.  


Emily ha quasi 24 anni, si e' laureata nel 2021 in Computer Science (almeno una data positiva da ricordare  durante la pandemia), con una cerimonia allo stadio universitario dove solo 3 famigliari per laureando potevano partecipare, per consentire la distanza tra i vari gruppetti.



Vive a Tucson con due amiche e due gatti, e dopo un anno di ricerca lavoro, durante il quale ha lavorato in un negozio di casalinghi e imparato a lavorare all'uncinetto, ha finalmente trovato lavoro in un'azienda multinazionale come programmatrice. Il lavoro non le piace troppo perché e' un'azienda che costruisce missili, ma la pagano molto bene e ha bisogno di fare esperienza. Fortunatamente, mi da la soddisfazione di conversare con me, sempre principalmente via SMS anche lei (il telefono e' diventato obsoleto come i blog), quindi non mi lamento. Troppo.


Vivian, ha quasi 22 anni, ha finito il suo Associate Degree in Belle Arti al Cochise College locale ed e' stata ammessa al College of Fine Arts della University of Arizona di Tucson (stessa Alma Mater dei fratelli) dove tra due anni riceverà il bachelor in Fine Arts con specializzazione in Illustration, Design e Animation. Il suo sogno! Da un mese vive a Tucson anche lei, con 3 ragazze anche loro in università (la sua gatta e' rimasta a casa con noi), e ripensando alle tante difficoltà che ha dovuto superare durante gli anni di high school, mi sembra che abbia trovato se stessa, e una certa stabilità che le consente di vivere in modo più tranquillo e appagante. Io sto imparando a lasciarla andare, non e' facile perché per tanti anni lei e' stata la figlia più fragile, quella che ha sempre avuto più bisogno di aiuto, e quella che ho sempre fatto più fatica ad aiutare, forse perché, pur essendo simili i moltissimi aspetti, le nostre personalità comunicano in modo diverso. 


2020

2021

2022 - Disneyworld


Per il resto, sono ancora sposata, e con la stessa persona!, e a novembre celebriamo 29 anni di matrimonio. Se vi ricordate qualcosa dei miei deliri passati, sapete che e' stata una relazione difficile, e gli ultimi anni non sono stati un'eccezione, tant'e' che 4 anni e mezzo fa ho preso la decisione di terminare il matrimonio, facendo le pratiche per la richiesta di divorzio in tribunale. Un'altra storia lunga e interessante che varrebbe la pena raccontare, ma non oggi. Alla fine siamo rimasti insieme, grazie ad una riconciliazione voluta e spinta da lui, che ho comunque approvato, visto che io ero quella ferita, furiosa e stanca di questa relazione: 4 anni dopo devo dire che le condizioni richieste, e le promesse fatte allora reciprocamente, sono state bene o male attuate. Ma l'ingrediente più importante, secondo me, che mi ha trasformato e che mi consente di mantenere un benessere mentale soddisfacente e' stata la mia decisione di cambiare le mie priorità, e ho imparato a fregarmene della maggior parte degli aspetti della nostra relazione che mi mandavano in crisi, liberandomi dalla zavorra fatta di illusioni, preconcetti e ideali di come debba essere una coppia. Io sto sinceramente meglio, spero anche lui. Non parliamo quasi mai di quel periodo, ora abbiamo diversi interessi e progetti, alcuni in comune, e questo ci da energia e unifica in qualche modo. Ora che i figli se ne stanno andando di casa uno ad uno, c'e' sicuramente meno stress. Abbiamo un'idea simile di come vorremmo che fosse il nostro futuro insieme, e questo e' bello. Ho accettato l'idea che questa e' a mia vita, cosi da poter indirizzare il mio tempo, la mia carica e la mia attenzione verso ciò che mi interessa e mi porta gioia. La sua presenza non e' necessaria ma auspicabile. Non so se sia giusto o sbagliato, ma e' per me sufficiente per vivere in pace.

Cos'altro? Ho fatto un altro il triathlon nel 2018, pero' sono piu' di 2 anni che non muovo il culo! E anche se l'orologio mi dice che cammino una media di 10 mila passi ogni giorno, io continuo a non fare niente fisicamente, e continuo a dare la colpa a questa inattività alla pandemia, pur rendendomi conto che e' una scusa che diventa sempre meno valida ogni giorno che passa. 

Mi diletto con matite, pennelli e colori vari, e con l'ukulele, tanto per soddisfare la vena artistica. Pensate che durante il lockdown mi ero unita alla schiera di creatori e spacciatori di pasta madre, e con discreto successo pure, ma la celiachia di Violet ha posto fine a questa mia velleità artistico-culinaria. Per quanto sia cliche', mi dava tanta soddisfazione! 

Sono la stessa persona che ero 5 anni fa, ma non lo sono più. Penso, spero, di essere maturata un po', cosa che sembra anche ridicola a dirsi alla mia età, e ho capito di aver bisogno di dedicare il mio tempo "libero" a persone, esperienze e attività che mi portino piacere e che contribuiscano al mio benessere mentale. Il resto, se non e' necessario e non mi porta piacere, deve andarsene. 

E se tornate a leggermi, bentornati e grazie!


Eccoci qua, lo scorso luglio, per la prima volta in 3 anni in vacanza,
e per la prima volta a Disneyworld in 17 anni, tutti insieme appassionatamente!

lunedì 11 settembre 2017

Dove eravamo rimasti? Resoconto veloce della vita sotto Trump e delle complicazioni di percorso di un figlio verso la laurea.

E’ tanto-issimo che non scrivo. Dieci mesi per l'esattezza.
Ci sono, ci sono, sono viva e vegeta, ma come milioni di altri americani, sto vivendo questa orribile, pazzesca, terrificante presidenza nello stesso modo in cui si vive la diagnosi di cancro, tra shock, incredulità, rabbia...un cancro da combattere, un nemico cui resistere, un’infestazione di scarafaggi da debellare… E faccio fatica a sedermi e scrivere un post dall'inizio alla fine... mi angoscio, mi incazzo, mi distraggo... e non finisco, pur avendo davvero voglia di farlo e pur avendo tanti post in sospensione creativa. E' una sorta di mix tra blocco dello scrittore e disordine da stress post elezione. Screw you Trump! 

Non sto esagerando, e' un disordine che esiste davvero, milioni di persone stanno soffrendo di un livello di stress ed ansia debilitante che i professionisti in campo mentale non hanno mai verificato prima... dovete capire che, anche se temporaneamente sembra che gli uragani Harvey, Irma e fratelli vari siano il pericolo più grosso che stiamo affrontando come paese (e giustamente, viste la devastazione e le morti in Houston e in Florida). la situazione  politica e sociale e i problemi a lunga scadenza creati dall'uragano Donald negli US da gennaio sono indescrivibili...  No davvero, non esiste un aggettivo che possa da solo definire la situazione qui se non, e qui mi ripeto, apocalittico: niente più e' sacro con il Trombone Bigotto al comando, a sputtanarsi/ci quotidianamente, nessuna conquista sociale si salva, e potrei parlarne e scriverne per ore. Forse lo faro'. Ironicamente, parlando di disastri naturali di dimensioni mai registrate prima, ricordiamoci come per Trump sia più importante leccare il culo dei petrolieri miliardari suoi amici che rimanere parte dall'accordo di Parigi... e il pianeta sembra che stia rispondendo a queste decisioni prese contro ogni indicazione scientifica, con un ditone medio puntato all'umanità.

Peggio di un uragano categoria 5, le idee e le scelte di Trump sono imprevedibili, palesate quasi sempre a sorpresa, spesso anche per i membri del suo partito e il suo gruppo intimo di minions, in tweets "ad cazzum" notturni che paiono scritti da un ragazzino di 11 anni che sta ripetendo la terza elementare da 3 anni, e io da 8 mesi vivo su questo roller coaster dove passo da una sensazione nauseabonda di doom and gloom in cui l'inverno nucleare sembra una reale possibilità, ad una di speranza ansiosa, dove aspetto con dita incrociate di vedere se le continue azioni di resistenza corale di milioni di cittadini, incazzati e impauriti dalle azioni insensate e autoritarie di questo fascista (vi ricordo che ha perso il voto popolare per 3 milioni di voti, non 300!), unita al suo continuo autosabotaggio, porteranno alla conclusione gloriosa e karmica di questa barzelletta tragica di presidenza: la sua rimozione dall'Ufficio Ovale sarebbe un finale epico, da teletrasmettere in mondovisione, il tutto, ma qui sarebbe proprio un sogno di quelli bagnati con orgasmo finale, colorato di  arancione... e mi riferisco ovviamente non solo alla sua tinteggiatura cutanea e tricologia, ma al colore del tutone che indosserebbe dietro le sbarre.
Vabbe', una donna può sognare, no?

Nonostante questo schifo politico-sociale in cui siamo immersi, noi come famiglia abbiamo tanto da celebrare, diversi cambiamenti importanti ed eccitanti di cui essere felici e fieri, eventi importanti e quasi epici...   ad esempio, visto che la mia visita in Italia nell'estate 2016 con Violet e' stata davvero bella, siamo tornati ancora per 3 settimane anche quest'anno, tra maggio e giugno.
Questa volta tutti e sei insieme.
Dopo 10 anni.
Un anniversario da celebrare e ricordare, una vacanza memorabile sotto tutti gli aspetti.

Non pensavo proprio che saremmo riusciti a farlo per un motivo principale, lo stesso che ci impedisce di tornare dal 2007... avete indovinato... le finanze: ogni parte di una vacanza, anche se e' di per se economica, ha un impatto diverso quando il costo deve essere moltiplicato per 6. Dal trasporto transatlantico e poi interno una volta arrivai alla meta, all'alloggio, il cibo... il concetto di fare una "vacanza economica" e' praticamente impossibile da realizzare per una famiglia come la nostra.
Ma dopo lunga riflessione, abbiamo deciso di partire comunque per due ragioni fondamentali che rendevano il 2017 l'anno del "now or never", adesso o mai più: i miei genitori stanno ancora bene, mia mamma ha ancora un po' di memoria per interagire con i miei figli, e loro, i figli, sono ancora tutti a casa con noi. Per il momento (pausa per consentire a mio padre di darsi la solita grattatina scaramantica agli zebedei visto che ho menzionato anche la sua salute...) perché con l'anno prossimo, tutto cambierà quasi sicuramente, per lo meno per Chris e Emily, e l'anno seguente anche per Viv, quindi questa potrebbe davvero essere l'ultima estate in cui siamo riusciti a fare una vacanza tutti insieme. Alla fine abbiamo considerato il grosso impatto economico di questa vacanza come un importante e unico investimento nei ricordi che si sarebbero creati per tutti. E ne e' valsa assolutamente la pena: tutto e' andato bene, e anche situazioni potenzialmente disastrose si sono risolte miracolosamente in modo positivo.
E' stato un regalo per tutti, ma soprattutto per i figli più grandi, in quanto la loro vita si sta trasformando velocemente, e con loro la nostra famiglia.

Ed e' quindi arrivato il momento di aggiornarvi sulla loro evoluzione, visto che non vi parlo di quello che sanno facendo da circa 3 anni, e lo faro' partendo ovviamente da Chris che ha compiuto a luglio 22 anni e che probabilmente ha ancora una decina di mesi da vivere con noi in casa, visto che si laureerà a maggio 2018! Finalmente!

E' surreale pensare al fatto che solo ieri gli cambiavo i pannolini ed ora si sta preparando ad andarsene, molto probabilmente lontano (Sierra Vista non e' esattamente un posto eccitante per una persona giovane) ma e' cosi': e' la storia della vita di ogni genitore, la ruota che gira, la meta che ci aspetta alla fine del percorso normale e giusto fatto di tanti piccoli distacchi fisici tra mamma/papa' e figli, iniziato con il taglio del cordone ombelicale, precursore e metafora del lavoro che ci aspetta, lavoro che dovrebbe dare come risultato la loro trasformazione da creature che hanno bisogno di aiuto in tutto ad degli esseri umani in grado di farcela da soli. O quasi. Questa opus magna che ci terra' occupati e insonni per almeno due decenni si conclude con la loro uscita di casa ufficiale, con il grande distacco, inizio dell'avventura che li porterà a vivere e sperimentare il mondo, possibilmente non totalmente impreparati, per conto loro!!
Una separazione di successo e' la conferma che, incrociando le dita e trattenendo un po' il respiro, abbiamo fatto un discreto lavoro nel prepararli ad affrontare il loro futuro e vivere la loro vita.
Posso dire ALLELUIA, non vedo l'ora, senza sembrarvi troppo una madre snaturata e poco italiana? (Mi e' stato detto che dire "non vedo l'ora che se ne vadano tutti fuori dai coglioni" anche in un momento di frustrazione, non e' normale. Sono in disaccordo, il tenerli incatenati a noi per decenni non e' normale.)

Ripensando ai momenti vissuti negli ultimi 3 anni, passati a volte nel panico, altri nella rabbia ed altri ancora nella gioia, mi rendo conto che questa e' una storia che vale la pena di essere raccontata, non solo per ricordare a me stessa che la ricompensa finale bilancia le incazzature sofferte, ma soprattutto per calmare i vostri timori di genitori di figli ancora piccoli, oppure appena adolescenti, e per aiutarvi a lasciare andare tutte le rigidità e i preconcetti che avete formato, consciamente ed inconsciamente, sul futuro dei vostri figli. La transizione tra essere genitore di un figlio piccolo ad un figlio adolescente e poi adulto avviene impercettibilmente e con lentezza, eppure stranamente sembra che succeda tutto ad un tratto. A me ha richiesto tanto autocontrollo imparare a far tacere l'istinto di proiettare su di loro i miei desideri, i miei fallimenti o rimpianti, il non usarli come intermediari per raggiungere dei sogni non coronati: vi assicuro che ci saranno tanti momenti in cui, come genitori, vi sembrerà di stare sbagliando tutto (ed onestamente, e' spesso vero), vi sentirete come navi sbattute dalle onde ingovernabili di una tempesta, senza un faro all'orizzonte, senza un attimo di tregua, guarderete i vostri figli che stanno crescendo ed esercitandosi a prendere decisioni da soli e vi direte "Questo non e' quello che volevo per lui"... e vorrete fermarli, continuare a dirigerne la vita ... Stavamo giocando al girotondo insieme, ora perché sta giocando da solo? no, no, no, no...
Fermatevi. Fatevi due respironi, o venti, e let it go. La loro vita non e' la nostra, cosi' come la nostra vita non e' quella dei nostri genitori, e quanti di noi hanno sofferto per dimostrarlo!
A meno che le loro decisioni non siano auto-distruttive, e in quel caso il tutto si complica, spesso, e devo ricordarlo a me stessa quotidianamente, la maggior parte delle situazioni hanno un modo di sistemarsi da sole, magari con una piccola spintarella o due. Per quello che mi riguarda devo rammentare a me stessa che, pur avendo ancora una certa dose di controllo verso i figli più grandi, il mio lavoro adesso e' quello di rompere i maroni di suggerire, spronare magari, di essere presente in caso abbiano bisogno, e di lasciarli andare, lasciargli fare i loro errori.  Perché spesso i piani e i sogni che noi genitori facciamo per nostri figli crollano come castelli di carte, ma quasi sempre, l'universo raccoglie queste carte, i cocci di questi sogni, e le rimette assieme creando un castello diverso, una realtà diversa, e magari anche migliore.

Come con Chris.

Dover eravamo rimasti? 
L’ultimo episodio della storia che ha come protagonisti Chris fe Emily lo potete trovare qui 3 anni fa, che in anni di adolescente, equivalgono ad un secolo.

Avevamo lasciato Chris alla fine del suo primo anno al Cochise College, il community college locale: visto che non aveva voluto terminare trigonometria durante l’ultimo anno della high school, corso necessario per far domanda per essere ammessi ad una delle tre università pubbliche in Arizona e immagino qualsiasi altra università negli US, non aveva scelta per fare l'università se non frequentare un community college, e non avendo un’idea di cosa fare da grande, aveva scelto dei corsi generici, tipo Inglese 101, Psicologia, Biologia e, avendo fatto schifo nel test di matematica, era stato obbligato a fare il corso di Remedial Math, il corso di Matematica per Idioti, matematica di recupero, dicevo senza meta e senza ambizioni chiare, ma fortunatamente sempre impegnato con il suo lavoro come lifeguard, bagnino alla piscina comunale di Sierra Vista.

Piccola parentesi, in caso non sappiate qual'e' la differenza tra University e College, si tratta banalmente quasi sempre di una differenza di dimensioni. In pratica la university e’ un'università composta da tanti colleges (intesi come facoltà) diversi, e che offre non solo tanti tipi diversi di lauree quadriennali, da quelle scientifiche, a quelle letterarie, linguistiche, artistiche, etc., ma anche master e dottorati in almeno 3 campi accademici. Un college invece e' un'istituzione che offre istruzione  post-secondary (dopo l'obbligo) e una serie limitata di lauree, sia Associate's  Degree (biennali) che Bachelor's Degree (quadriennali) spesso concentrandosi in una categoria particolare, ad esempio liberal arts, quindi letteratura, filosofia, matematica, psicologia, etc., oppure ingegneria… Ovviamente ci sono eccezioni, ma in generale questa e' la differenza.
All’interno di queste due categorie, troviamo poi università e college “pubblici” cioè di stato, solitamente con il nome dello stato ad esempio in Arizona ce ne sono 3, la University of Arizona, la Arizona University e la Northern Arizona University, e università private che, non ricevendo fondi pubblici, sono solitamente più piccole, ovviamente costano di più, a volte hanno un fondamento religioso (ad esempio la Grand Canyon University si trova a Phoenix ed e’ ad impostazione cristiana, ispirata dalla Bibbia, oppure la Gonzaga University, fondata da gesuiti e Notre Dame, entrambe ad impostazione cattolica). Ci sono poi i Community Colleges, piccoli college locali che offrono corsi vocazionali e lauree biennali e che dedicano un’attenzione particolare ai bisogni specifici della comunità in cui si trovano. Il nostro Community College ad esempio, Cochise College, offre Associate’s Degrees in campo medico e paramedico (infermieri, pronto soccorso), in campo tecnico, come aviazione, programmazione, etc. e corsi di educazione generale (Gen.[eral] Ed.[ucation] come English 101, Calculus, Biology, etc.).  e tutti consentono agli studenti poi di trasferire i loro crediti ad una university e finire li la laurea quadriennale, riducendo i costi incredibilmente. Il costo dei Community Colleges (chiamati anche Junior Colleges) e’ ovviamente una frazione del costo delle universities,  sia statali che private, e il criterio di ammissione degli studenti e’ molto meno selettivo, in generale basta passare un test di lingua e di matematica generale per entrarci.


All'epoca della fine del secondo semestre del primo anno di college, ero convinta che tutto andasse discretamente bene per Chris, era persino riuscito durante il primo semestre a far parte della Dean's List , la lista degli studenti riconosciuti ufficialmente per il rendimento scolastico dal preside del college, quindi ottima media di voti. Evvai, pensavo, si gestisce lavoro, macchina, ragazza E scuola, pensavo. Nonostante gli anni della scuola media e high school fossero stati duri, perché avevamo dovuto respirargli sul collo anche solo per ricordargli di prendere la scuola sul serio, sembrava che il college sarebbe stata tutta un'altra cosa, dopotutto aveva 18 anni, era ufficialmente un adulto... basta fare il genitore-elicottero che controlla tutto, no? 
Il mio sogno si stava avverando. Pensavo.
Se devo essere onesta, avevo anche cercato di chiedergli in modo regolare se tutto andava bene, con scarso successo ovviamente, perché e' risaputo che i classici “how’s school going?” e “are you doing your work?” statisticamente producono risposte sempre stitiche e vaghe quanto le domande. 

No news, good news, si dice qui, la mancanza di notizie e' una buona notizia. Pensavo

Ma a nostra insaputa, il secondo semestre di college Chris aveva deciso di sfancularselo…  e quando e’ finito, io sempre ignara e fiduciosa aspettavo di vedere i voti finali di questo freshman year, ma le mie richieste educate di madre cool  venivano ricevute con la stitichezza di cui vi ho accennato poco sopra, "i voti non sono ancora stati pubblicati" perché apparentemente i professori erano in vacanza/malati o in altre attività impegnati mentre noi eravamo in lista per ricevere il premio “Idiot Parent of the Year”: il corso era finito a maggio, era la fine di giugno e niente voti…hello? 
Finche’ una mattina dopo una mia ulteriore e *intensa* (leggi rabbiosa) richiesta fatta mentre stava per uscire per andare al lavoro (ok, era più che altro un ultimatum, o ci dici i voti o chiamiamo il college, cosa assolutamente imbarazzante per qualsiasi studente universitario con un minimo di decenza) dopo una pausa di 10 secondi in cui deve aver deglutito 10 volte, mi dice “I had two C, one D and one F” che tradotto in termini scolastici italiani erano due voti di merda, uno ancora più di merda e mi hanno bocciato in matematica. Tradotto ulteriormente in termini genitoriali era “Non ho fatto un cazzo e avete buttato via i soldi.”

La mia reazione e’ stata da manuale (quello per genitori di adolescenti) e la trovate nel capitolo "Come non reagire di fronte alle sfide dei figli"… se ricordo correttamente ho lanciato un ululato e mi e’ iniziato ad uscire fumo dalle orecchie, poi ho improvvisato una ramanzina epica, di quelle memorabili (o forse da dimenticare) che ha toccato molte argomentazioni classiche, dal “Perché non ci hai detto che avevi difficoltà?” al “Non sei obbligato a fare l’università, visto che dobbiamo pagarla” a “Se non fai l’università non hai diritto ad essere mantenuto e devi cominciare a pagare l’affitto” fino al sempiterno “Sappi che senza laurea i lavori che troverai avranno paghe basse che ti consentiranno solo di vivere in appartamentacci coi topi” che ha ottenuto come risultato la sua fuga silenziosa al lavoro, lasciandomi a crogiolare nella mia rabbia fino al suo ritorno. Rabbia che con il passare delle ore era fermentata a livelli furia. Livello Hulk precisamente.

Ma come spesso succede coi figli, le nostre intenzioni hanno risultati inaspettati e non sempre positivi, e al suo ritorno, la risposta alla mia domanda “E allora? Hai deciso cosa fare?” mi ha gelato. E da Hulk sono diventata la madonna (quasi) piangente.
La sua risposta?
“Ho deciso di arruolarmi nella Air Force, sono già andato a parlare con un Recruiter (l’arruolatore, che si trova in “negozi” presenti solitamente nelle mall suddivisi a seconda delle forze armate: Army, Navy, Air Force e Marines, il cui lavoro e’ quello di fare da primo filtro e rispondere alle domande di chi sta pensando appunto di arruolarsi) e settimana prossima faro’ il test che decidera' a quale campo assegnarmi”.

Frozen. Io.

A quel punto mi sono trovata con le spalle al muro, perché la situazione si era evoluta e apparentemente lui mi aveva tolto quel poco potere che ancora avevo. Fuck.
Conoscendo numerose famiglie militari, ho pensato subito ai rischi che un periodo nelle forze armate americane comporta, perché se uno sceglie volontariamente di arruolarsi, in pratica scambia almeno 4 anni della sua vita per un training in una delle tante attività di supporto militare (bene), una paga scarsa (male) e la possibilità non remota di rischiare la propria vita (malissimo).
Tra l’altro... Chris? Che non aveva mai dimostrato un interesse specifico per la vita militare, una carriera militare? L'unica ragione per cui era improvvisamente interessato, era perche' lo avevo messo con le spalle al muro e perché moltissimi suoi amici avevano già fatto quella scelta (alcuni per tradizione altri perché era l’unico percorso che era loro aperto, visto il costo di una laurea, altri ancora perché attirati dall’idea di maneggiare armi, viaggiare) … ma  Chris? No, assurdo!

Cosa fare? Mettetevi nei miei panni e considerate il fatto che io funziono al meglio quando sono sotto pressione o nella merda, cosi' mi sono messa subito in contatto con una coppia di conoscenti, entrambi in pensione dopo una lunga carriera nella Air Force (lei come infermiera, lui come pilota) per chiedere informazioni in merito alla vita e possibile carriera nella air force. Mi hanno detto subito che arruolandosi subito dopo la high school, senza avere avuto un training precedente o un'inclinazione specifica già documentata, avrebbe iniziato la sua carriera militare dal gradino più basso, dal salario più basso... anche se l'ASVAB, il test che tutte le forze armate fanno per valutare gli interessi e le attitudini di una recluta (lo amministrano anche agli studenti in high school, o almeno lo fanno qui) avesse dimostrato un suo interesse per dire nei computer, sarebbe stato uno sciacquino malpagato chissà per quanto.
Mi hanno poi suggerito di dirgli di fare almeno un anno di Community College ad indirizzo tecnico, cosi' da poter poi entrare nella Air Force ad un livello leggermente superiore, avendo fatto lezioni e potendo quindi dimostrare di avere delle abilita' in ambito tecnico che avrebbero quasi garantito una carriera migliore nella Air Force.
Allora ho avuto un colpo di genio, roba che voi genitori prendete nota perché ancora non ci credo: mi sono messa ad esplorare il catalogo del Cochise College ed ho trovato che offrivano un Associate Degree in Applied Science (una laurea biennale con finalità impiego post certificato) in Cybersecurity, cioè sicurezza informatica, che in tutte le riviste che parlavano di lavoro e carriera era già  considerato il campo del futuro, come avevo appunto scoperto in questo articolo, con stipendi molto buoni sin dall'inizio e possibilità di fare carriera in campo governativo (Forze Armate, CIA, FBI, NSA) e privato. Perfetto!
Piena di speranza gli ho parlato, spiegandogli quanto i due ex-Air Force mi avevano detto e chiedendogli se fosse interessato a studiare cybersecurity e magari ricevere questa laurea biennale. Dopodiché avrebbe potuto arruolarsi, ma a quel punto gli avrebbero dato un posto (e training ulteriore) in questo campo molto ricercato e redditizio, avrebbe ricevuto uno stipendio migliore, cosa che gli avrebbe poi consentito, una volta uscito dalle forze armate, di continuare questa carriera con successo non solo in campo governativo ma anche in campo privato.

Avevo dita di mani e piedi incrociate, che come sappiamo funziona quanto una preghiera al santo delle cause quasi-perse, e deve aver funzionato perché ha risposto subito "Certo!". Ha poi cominciato a raccontarmi che il motivo principale di questo sfanculamento era stato il fatto che la ragazza lo aveva mollato (lo sapevo e boo-hoo) e non solo, loro facevano almeno due lezioni insieme (quindi la vedeva in classe boo-hoo-hoo) e in più lavoravano insieme in piscina (quindi la vedeva quasi tutti giorni al lavoro boo-hoo-hoo-hoo) e, ciliegina sulla torta tragica, lei era diventata la ragazza di un altro loro collega! Poverino, mi ha fatto anche pena perché era stato sicuramente un periodo difficile, ma avrebbe dovuto venire a parlarne con noi, con me.
Col senno di poi, era riuscito a continuare a lavorare, perché gli piace avere una certa indipendenza finanziaria, ma era crollato dove c'era meno interesse, lo studio... non potevo biasimarlo completamente...

E cosi' nel 2014 si e' iscritto nuovamente al College, questa volta con l'intenzione di ricevere il suo bell'Associate's Degree, e si e' messo seriamente al lavoro.
I voti sono tornati ad essere buoni, e' tornato sulla Dean's List e il suo interesse nel campo sicurezza informatica e' aumentato, pur non essendo uno di quei nerds appassionati in computer, in compenso ha dalla sua il fatto che e' una persona piacevole, che sa conversare, che non ha paura di parlare con la gente e ha esperienza nell'interagire con colleghi, impiegati, capi, clienti, abilita' che generalmente mancano ai veri nerd, magari preparatissimi in campo tecnologico, ma che non riescono nemmeno a guardare il cliente negli occhi (questo mi e' stato detto da una delle counselors di Chris, che conosco).

E cosi a meta' maggio 2016, c'e' stata la cerimonia di graduation, la sua seconda (e, SPOILER ALERT!  probabilmente non l'ultima!), a cui non avrebbe nemmeno voluto partecipare perché "E' solo un Associate's Degree", cui ho risposto "Due anni fa volevi entrare nelle forze armate... porca troia vai alla cerimonia col tuo bel cap and gown per me, per noi e anche per te, che hai lavorato sodo!"






Nel frattempo, oltre ad essere cambiata la sua attitudine verso la scuola, e' cambiata anche quella verso il suo futuro: l'idea di unirsi alla Air Force e' stata dimenticata (yes!), e non solo ha ricevuto il suo Associate's Degree, ma grazie all'universo che si sbatte sempre per risolvermi i problemi della vita, la University of Arizona, con campus qui a Sierra Vista, ha aperto un Bachelor's Degree (laurea quadriennale) proprio nell'autunno 2016, in Cyber Operations, praticamente un approfondimento degli studi fatti fino a quel momento in Cybersecurity. Ovviamente UofA ha accettato i corsi fatti al Cochise College, e lui ha iniziato ad agosto il senior year, l'ultimo anno. Senza mai smettere di lavorare come bagnino e istruttore di nuoto, continuando a vivere a casa (facendoci risparmiare una caterva di soldi... vi dirò quanto nel post su Emily) ma facendo la sua vita (si paga le rate della macchina, la benzina, i vestiti, intrattenimento, hobbies e cibo quando e' fuori, e spese per la gattina che ha adottato, Xion, etc.).
Si laureerà a maggio del 2018 e, udite, udite!, ha espresso un interesse a continuare gli studi con un master sempre in cybersecurity, solo se pero' riesce ad ottenere una borsa di studio fighissima che offre il Dipartimento della Difesa assieme alla University of Arizona (la offrono anche altre università tipo l'Arizona State University ed altre in altri stati): se accettato, la borsa di studio pagherebbe i due anni del programma (tuition, libri) e offrirebbe in più (tenetevi forte!) $34000 di stipend all'anno, una sorta di congrua universitaria per poter vivere senza lavorare, visto che il programma e' molto rigoroso (parole testuali). Tra i requisiti, dovrà fare un tirocinio pagato l'estate tra il primo e il secondo anno e dovrà lavorare per una delle agenzie governative in giro per gli US per due anni post-master. Immaginarsi che sfiga, uscire dall'università con il lavoro assicurato!
Potete trovare i dettagli della borsa di studio qui, sono ammessi anche non cittadini americani purché residenti, in caso qualcuno fosse interessato.

Che differenza con lo studente scazzato di qualche anno fa!

Ogni tanto faccio dei controlli, parliamo, lo sprono quando necessario (anche se lui pensa di non averne mai bisogno), ma controllo poco e non mi arrabbio più come succedeva prima perché ormai ha un piede fuori casa, e ha dimostrato di essere interessato al suo futuro quanto lo siamo noi... spero!

Io continuo ad incrociare le dita perché nella vita se ho imparato una cosa, e' che non esiste niente di sicuro, niente di assolutamente stabile, che non sia soggetto a cambiamenti inaspettati e trasformazioni...

Come volevasi dimostrare con Emily, ovviamente. Di cui Chris e' leggermente invidioso, in questo momento...

Ma ve ne parlerò nel prossimo post... e vi giuro che non passeranno 10 mesi!

mercoledì 9 novembre 2016

Requiem per gli Stati Uniti

Non ce l'ho fatta, alla fine sono andata a dormire alle 21:30 ieri sera, con un gran mal di pancia. Non ce la facevo, cosi come non ce la faccio adesso.
Ho dormito male e sapevo cosa stava succedendo perché se Trump fosse stato sconfitto, mio marito che e' rimasto in piedi mi avrebbe svegliato.
L'avevo chiamata l'apocalisse, e mi sento proprio cosi'... anche se ora sono in piedi a svolgere la stessa routine di ogni mattina quando c'e' scuola, perché e' un giorno come un altro. 
Ma non e' un giorno come un altro. E ho ancora il mal di pancia. E una sensazione di vuoto che non e' attribuibile solo a quando si perde un'elezione, che non e' mai una "bella" sensazione comunque. 
Mi sento come quando si perde una persona cara, magari sapevi che non stava proprio bene, ma tutto sommato sembrava che sarebbe sopravvissuta, e invece muore. E ti senti vuoto, nauseato... ti alzi e vai a svegliare tuo figlio più piccolo e usi la voce allegra perché altrimenti capirebbe che qualcosa non va... e quando vede la tua faccia triste e ti chiede "Cos'e' successo?", rispondi "Se n'e' andata la nonna". E trattieni le lacrime, ma ti senti morire dentro anche tu...  
Cosi'.
L'America che amavo, quella che pensavo di conoscere se n'e' andata. Soffocata da un odio generale, per il progresso e per il futuro...  e mi rendo conto troppo tardi che non e' a caso lo slogan "Make America great again", perche risuona tanto di nostalgia verso tempi andati, vero?, i bei tempi quando le donne stavano a casa a cucinare e mica a lavorare e fare carriera, e certamente non a cercare di diventare presidente; quando i negri e tutte le persone dalla pelle scura non si mischiavano con i bianchi, li si poteva discriminare e linciare liberamente e certamente non diventavano presidente, quando le checche, le lesbiche e i trans se ne stavano nascosti perché se fossero usciti all'aperto li si poteva prendere a botte impunemente, mica si sognavano di sposare la persona che amavano e farci una famiglia, o persino diventare politici... o magari persino presidente.... quei bei tempi... quando le ditte potevano inquinare ovunque, creare miniere per l'uranio nel Grand Canyon, scaricare merda nei fiumi senza problemi...  quando l'aborto era criminalizzato, la contraccezione inesistente e le donne morivano dissanguate nei vicoli? Ve li ricordate quei bei tempi? L'America are cosi' grande allora!

Non ho voglia ne' tempo di fare un'analisi su come e' possibile che sia successo, ma ripeto quanto sentito da un'analista politica di MTV che ieri sera diceva che questo messaggio di riportare il paese ad un'epoca in cui essere maschio e bianco era sufficiente per essere i primi in "ordine di beccata", ha fatto uscire a votare la "maggioranza silenziosa", quella che non vota da sempre perché considera le elezioni un affare elitista, e invece grazie a trump, si sono sentite coinvolte... 
Mi sembra un'osservazione corretta, infatti ieri a votare qui da noi al nostro seggio dove c'e' sempre poca gente (solitamente solo anziani), c'erano file di ore, Chris ci ha messo 3 ore per votare, meno male che non doveva lavorare...  (Chris mi ha appena detto che South Park ha predetto la stessa esatta cosa, citando le bacche member berries che rilassano le persone...)

Che poi pensare che gente medio-povera trovi il messaggio di uno COME TRUMP non-elitista e' ridicolo e assurdo (poverello, quando ha voluto iniziare il suo business, suo padre gli ha dato un piccolo prestito di un milione di dollari... nel 1975!)

Io tremo al pensiero di quale giudice verra appuntato alla corte suprema, e a come cambierà decisioni come quella della legalizzazione dei matrimoni tra omosessuali, o al fatto che Obamacare verra' abrogata, e persone come mio figlio, che grazie ad Obamacare era coperto fino a 26 anni dalla nostra assicurazione sanitaria, rimarrà senza copertura.,. e tra 3 anni anche Emily e poi Vivian, etc.

Chiudo dando soddisfazione a chi mi ha sempre criticato perché scrivo frasi tipo "mi vergogno di essere italiana", perché si sentono offese o messe in causa in qualche modo (boh?), perché non e' giusto, perché perché perché... tanti motivi che alla fine si riducono a quello famoso di cui avevo parlato qui (e avevo ricevuto il più alto numero di commenti, più di 40!) per cui se non vivi in Italia, non hai il diritto di dire niente di critico, quanto meno che te ne vergogni: al contrario, immagino che non ricevero' nessuna critica ma un sonoro applauso (meritato credo) quando dico che mi vergogno, e profondamente, di essere americana. Per me questa e' una verità assoluta: quando il paese, sia quello in cui sei vissuto che quello in cui vivi, si muove collettivamente in una direzione vergognosa, se non dici che te ne vergogni secondo me sei ipocrita. 

Mi vergogno e sono imbarazzata. E mi viene da piangere, perché il paese che amo e' morto.

Ora vado a portare il cane a fare una lunga lunga passeggiata. Nella speranza di ritrovare quell'ottimismo che mi spinge sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno.
Perche in questo momento lo vedo vuoto cosi' come mi sento.

p.s.: unica consolazione e' che la Clinton ha vinto il voto popolare, cioè la maggior parte degli americani non ha voluto Trump come presidente. Ma alla fine sempre in quel posto ce lo teniamo...


martedì 8 novembre 2016

La notte prima dell'apocalisse.

Tra qualche ora inizieranno le elezioni presidenziali più controverse della storia americana.
Domani potrebbe essere l'inizio dell'apocalisse sociale ed economica di questo paese.
Sono esagerata? Non credo.
Mi voglio sfogare perché gli ultimi mesi qui negli US sono stati durissimi, da incubo...  in Italia le notizie arrivano sicuramente filtrate dopo che sono gia state filtrate attraverso i media americani, e vi voglio dire come e' la situazione.

Inizio con un enorme MEA CULPA, mi sento in qualche modo almeno parzialmente responsabile perché 4 anni fa avevo cantato vittoria troppo presto: in questo mio post del 2012 avevo parlato della cortissima campagna elettorale di Donald Trump con un sorrisetto mezzo trionfante, e con la certezza di averla scampata bella e di aver chiuso quel capitolo ridicolo della storia politica americana una volta per tutte. L'avevo fatto, lo confesso, con la tracotanza di chi era sicuro che certe cose negli US non succedono, che il successo politico di personaggi-macchietta come Berlusconi fosse limitato all'Italia, dove si creano partiti politici come fossero ricette per fare la pasta al sugo, e invece Karma mi ha fatto un gran pernacchione, e siamo ora qui ad un centimetro da prendercelo tutti in quel posto senza vaselina (come si direbbe nelle cerchie politiche più sofisticate dei supporter di Trump).

Dio come mi sbagliavo!

Donald Trump e' passato da magnate immobiliare/truffatore/protagonista di un reality, a clear and present danger, pericolo chiaro ed attuale non solo per noi qui negli US ma per l'intero pianeta, in pochi mesi, grazie ai media che hanno acchiappato al volo la possibilità di far esplodere i propri ratings per la prevedibile imprevedibilità di questo personaggio (per fare un esempio facile, immaginatevi un episodio del WWF, del wrestling americano quello dove tutto e' messa in scena, ogni atto e' falso e la gente lo sa ma ugualmente guarda affascinata) trasmettendo in continuazione discorsi e interviste senza mai almeno soffermarsi e chiedere "ma e' normale questo?", e grazie soprattutto ad un clima di diffidenza e odio verso lo status quo politico che pervade l'elettorato americano.
L'ascesa di Trump e il suo percorso ad un passo dalla Casa Bianca e' il risultato degli ultimi anni di politica della divisione e dell'odio, da quando cioè nella politica americana e' entrato l'ostilità verso il proprio avversario, da quando la divisione tra destra e sinistra e' diventato un baratro impossibile da attraversare. E il tutto e' iniziato con l'elezione a presidente di un uomo di origine africana. Se vi interessa capire bene come l'elezione di Obama sia stata la scintilla che ha causato l'incendio che chiamiamo Trump, vi consiglio il libro Over the cliff: how Obama's election drove the American right insane (Oltre il precipizio: come l'elezione di Obama ha fatto impazzire la destra americana): scritto nel 2010, sembra quasi una profezia di quanto sta accadendo oggi in America, di come sia stato possibile che un uomo senza alcuna esperienza politica, un uomo incapace di auto-controllo, un uomo disgustoso moralmente ed eticamente sia diventato il paladino delle masse più pigre ed ignoranti (pigre ed ignoranti perche e' più facile puntare il dito verso un capro espiatorio facilmente identificabile e perseguibile perché senza potere, che cercare di capire la complessita' di problemi economici creati principalmente da politiche che da anni favoriscono i ricchi e i mega-ricchi, cui vengono dati strumenti legali per non pagare tasse quando non gli vengono eliminate del tutto) che hanno incanalato il loro malcontento sociale generale verso il solito capro espiatorio, il "diverso", l'immigrato, il non cristiano, il non bianco, il non eterosessuale. E Trump, da demagogo dilettante dal carisma che solo i soldi può dare ha soffiato su questo fuoco e cosi facendo s'e' trovato al comando dell'armata Brancaleone di "veri patrioti" (sinonimo di "bianchi armati fino ai denti"), difensori della vita (sinonimo di anti aborto e pro-pena di morte) e della religione (solo quella cristiana con Gesu' bianco come un lenzuolo candeggiato con gli occhi azzurri, ovviamente, perché se assomigliasse ad un rifugiato siriano se ne stia a casa sua!) pronti a tutto per difendersi dal pericolo che un altro presidente democratico comporterebbe (incluso minacciare di accettare i risultati delle elezioni solo se Trump  vince!!)

E la possibilità che possa diventare presidente e' terrificante. Mi ricordo quando, durante alla campagna elettorale del 2008, alcune mie conoscenti dicevano tra loro che Obama era l'anticristo... sarebbe da rispolverare questa idea... perché se Trump non e' l'anticristo e' certamente quanto di più anti-cristiano si sia mai avvicinato alla Casa Bianca. Trump non ha rispetto per nessuno eccetto se stesso. Trump non ha interesse per niente eccetto in quanto sia in relazione al suo interesse, in altre parole vuole diventare presidente non per servire il paese, ma per servire il suo ego.

Non e' possibile elencarle tutte, ma volevo condividere alcune delle mie ragioni per NON votare l'obeso col Muppet in testa:

  • ha preso in giro pesantemente un giornalista perché disabile. E non si tratta di "dire quello che pensa", perché certe cose una persona che aspira a diventare presidente di una nazione non dovrebbe nemmeno pensarle. E' un omuncolo spregevole che non si scusa mai di niente di quello che dice o fa. In altre parole, una merda che cammina.
  • Non ha nessun rispetto per le donne, riducendoci ad un numero legato alla misura delle poppe, (se sono piccole, di sicuro la donna non e' un "10") o al nostro peso, chiamandoci maiali o cagne (ha chiamato Alicia Machado, vincitrice Venezuelana del concorso di bellezza Miss Universe di cui era proprietario, Miss Piggy dopo che aveva messo su un po' di peso, umiliandola di fronte alle telecamere mentre era in palestra...), insultandoci se osiamo contraddirlo (della giornalista Kelly che gli aveva fatto domande "dure" durante uno dei dibattiti,  aveva detto che le usciva il sangue dal sappiamo dove, sottintendendo con la sua solita classe che fosse mestruata quindi particolarmente cattiva..), vantandosi senza vergogna di  cominciare a baciare le donne cui e' attratto senza averne il permesso (infatti dice che prima di incontrare una donna attraente si succhia qualche Tic-Tac; la Tic-Tac, parte della Ferrero italiana, si e' poi distanziata il più possibile da Trump e dalle sue dichiarazioni!)  e di "prenderci per la figa" quando vuole perché e' una star e accettiamo di essere assaltate sessualmente perché lui e' famoso (solo se siamo un "10", ovviamente)       
  • ha dichiarato bancarotta per i suoi casino' in Atlantic City e recentissimamente, anche la Trump Tower di Toronto e' stata messa ad un passo dalla bancarotta dopo che per più di 3 anni (ha aperto nel 2012!) il proprietario, non Trump, che ha pagato fior fiore di soldi per usare il nome Trump per attirare compratori, non ha avuto il successo che si aspettava. Molti business che ha lanciato sono falliti, tra cui: Trump Airlines, Trump The Game (gioco di società), Trump Magazine, Trump Mortgage (society bancaria che offre mutui), Trump Steaks (bistecche di Trump... lasciamo stare), GoTrump.com, una sorta di Travelocity, Trump Vodka, e ultimo ma non per importanza, Trump University, università solo di nome dove con una serie di seminari gli "studenti" avrebbero dovuto imparare l'arte di fare soldi con investimenti immobiliari ma che in realtà ha fatto perdere centinaia di migliaia di dollari a poveri cretini pensavano di ricevere informazioni da persone laureate e invece erano solo motivational speakers ad cazzum. Trump University si trova ora ad essere la parte convenuta di diverse cause civili/class actions in New York a California.
  • Ha più volte fatto commenti come minimo non appropriati sull'apparenza fisica della figlia Ivanka,  a partire da quando era una ragazzina di 16/17 anni (chiedeva ad altre persone se la trovavano "hot"), passando al commento fatto nel 2006 durante un talk show, in cui disse che se non fosse stato sposato e lei non fosse stata sua figlia, ci sarebbe uscito insieme (ovvero, le avrebbe afferrato la figa, visto che per sua ammissione lui fa cosi con le donne che gli piacciono), fino al più recente (mai trasmesso) commento fatto durante un altro talk show, in cui ha detto che la bacia il più possibile. Ewww... non si tratta di una bambina di 3 anni, ma di una donna sposata di 30! Parentesi: cari uomini se avete una figlia e questi sono i pensieri che avete su di lei, fatevi ricoverare subito, perché non e' normale! E' perverso e raccapricciante, se poi includiamo i commenti fatti su Paris Hilton quando aveva forse 12 anni... che vomito...  e non entro nemmeno nel merito della causa civile iniziata da una donna che dice di essere stata violentata da Trump quando a 13 anni era stata invitata  ad una festa nel palazzo dell'amico miliardario di Trump, Epstein (poi condannato per pedofilia), causa che e' stata  recentemente ritratta per le troppe minacce di morte da parte dei simpaticissimi seguaci del Trombone col parrucchino.
  • Mente sempre, su tutto. Controllato da diversi website che si occupano di verificare i fatti  dietro le affermazioni fatte dai candidati, e' stato confermato che in media Trump spara cazzate enormi il 78% delle volte che parla. Pinocchio a lui ci fa una pompa (ma essendo un burattino, maschio e piallato, probabilmente no...) 
  • Nemmeno i suoi colleghi miliardari lo sopportano perché, come direbbero in Sicilia, e' un gran quaquaraqua',  perché sanno bene che non e' ricco quanto dice di esserlo (infatti e' il primo candidato alla presidenza in decenni a non rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi, perché probabilmente confermerebbe che 1- non paga le tasse attraverso qualche scappatoia legale o al limite del legale e che 2- non guadagna quanto dice.). E' molto interessante scoprire, grazie al famoso economista Robert Reich, che Donald Trump non e' assolutamente un businessman di successo, anzi! Perché se e' vero che il suo patrimonio netto oggi e' di 4 miliardi e mezzo di dollari, e che nel 1976 all'inizio della sua carriera il suo patrimonio era di 200 milioni, se avesse investito quei 200 milioni semplicemente in un fondo indicizzato, senza fare nient'altro,  oggi invece di avere un patrimonio di 4 miliardi e mezzo ne avrebbe uno di 12 miliardi! Senza dover dichiarare nessuna bancarotta, defraudare appaltatori e fregare impiegati! Godetevi anche voi Mark Cuban, miliardario che s'e' davvero fatto da se', fare uno stupendo bitch-slapping di Trump al Late Show with Stephen Colbert!

  • Amici e famigliari che fanno parte della comunità LGBTQ: Trump ha confermato diverse volte che eliminerebbe la legalizzazione federale dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, lasciando che ogni stato se ne occupasse individualmente, aprendo cosi le porte alla discriminazione in stati dove chi e' al governo e' governato dalla religione.
  • I suoi supporter, che sono nella stragrande maggioranza o apertamente razzisti e omofobi... Tra l'altro il giornale ufficiale del Ku Klux Klan, il Crusader, ha dato il suo appoggio ufficiale a Trump, senza che nessuno, ne' lui ne' lo staff della sua campagna elettorale abbia denunciato tale endorsement, e se questa non e' ragione sufficiente per evitare un candidato come se fosse la peste bubbonica, ragazzi, siete messi male. Anche volendo abbassare i propri standard elettorali, diciamo che mi farebbe schifo votare per lo stesso candidato sanzionato dall'organizzazione razzista più conosciuta nel mondo! 
  • Hillary Clinton ha ricevuto l'approvazione ufficiale di testate giornalistiche importanti in tutti gli stati, anche di alcune che non avevano MAI fatto l'endorsement di un candidato democratico prima (come ad esempio l'Arizona Republic, quotidiano notoriamente di tendenze repubblicane). 
  • Infine non potrei mai votarlo perché semplicemente e' uno stronzo disgustoso, anzi per usare le sue parole, e' "un maiale" fisicamente e mentalmente (e mi scuso profusamente con i maiali, che ho imparato recentemente, sono intelligenti più dei cani). 
Ovviamente, queste sono solo alcune ragioni importanti secondo me per non votarlo. 
Ma poi esiste anche il fatto che sinceramente si trova a competere contro un candidato che e' qualificato come pochi, e lo dico da Bernie supporter, e se c'e' una cosa che mi fa incazzare come una biscia avvelenata e' quando sento dire, specialmente da persone che non vivono qui, che non c'e' nessuna differenza tra Clinton e Trump, perché cazzo, o vi siete addormentati per gli ultimi18 mesi oppure ci siete proprio, perché e' come paragonare un raffreddore alla lebbra. O l'ebola.

E lo dico da fan di Bernie Sanders, io che non solo ho partecipato ad un suo rally (il primo rally della mia vita, ottobre 2015!)




ma mi sono sbattuta per fare telefonate agli elettori prima delle elezioni primarie in Arizona, assieme ad un bel gruppetto di sostenitori...



... ve lo dico da supporter di Bernie e ve lo riconfermo che la Clinton non era la mia prima scelta, principalmente perché il messaggio di Sanders risuonava più forte e più vicino al mio pensiero di quello di Hillary. E come a tanti, anche a me Hillary dava l'impressione di essere non sincera, di essere una entitled, una che ha ricevuto titolo, fama, soldi senza meritarli...  ex-first lady, senatore, segretario di stato... vabbe' dai, se non fossi stata la moglie di Bill Clinton, col cavolo che...

Ovviamente quando Sanders non ha ricevuto la nomina ed ha chiesto ai suoi supporters di votare per Hillary, sono stata "costretta" a rivedere la mia posizione su di lei e ad approfondire la mia analisi fino ad allora superficiale di questa donna, ed ho scoperto diversi fatti che non conoscevo, alcuni banali ma interessanti, ad esempio che lei, figlia di una famiglia middle class molto conservative, ha frequentato scuole obbligatorie pubbliche (in opposizione a Trump che invece ha frequentato scuole private) e si e' sempre sbattuta sin dall'università per i diritti civili delle minoranze a partire dagli afro-americani alle donne. Ho scoperto che ha sempre lavorato tanto a scuola, e avrei dovuto immaginarlo perché per essere stata invitata, primo studente nella storia della sua università, a fare un discorso (lo trovate qui) alla cerimonia di Commencement (la cerimonia della laurea) deve essere stata quanto meno una studentessa speciale. Il suo curriculum post laurea e' altrettanto impressionante, e ricordiamoci che parliamo dei primi anni '70, quando le donne erano ancora principalmente relegate in cucina, certo non nelle università o in tribunali.
Come First Lady si e' distinta per aver portato avanti la causa dell'eguaglianza dei diritti delle donne anche in paesi dove il trattamento delle donne non era esattamente stellare (e' stata sua la frase "Human rights are women's rights and women's rights are human rights")

No, Hillary non e' un candidato perfetto ma diciamocelo, per quanto ami Sanders, non lo era nemmeno lui (anche se le sue mancanze erano davvero minime secondo me) ma da li' ad affermare che non ci siano differenze con Trump? Say what? Dai su, pensiamo con il cervello e non con altre parti del corpo! Diciamo che il problema di Hillary Clinton e' che e' stata la moglie di un presidente democratico discretamente amato dagli americani, un presidente che, nonostante lo scandalo di Monica Lewinsky e del pompino nella stanza ovale (che a noi europei ci fece un pippa, scusate il giro di parole poco elegante, poi a noi italiani che avevamo eletto Cicciolina aveva pure fatto un po' di tenerezza...) e' ancora riconosciuto come uno dei presidenti moderni di più successo, per le sue vittorie in campo economico e sociale, e i republicans intuendo le sue brame per la casa bianca, quando ha terminato il suo servizio come segretario di stato (durante il quale, cosi come durante gli anni da senatore di New York e' sempre stata elogiata da colleghi di entrambi i partiti), hanno subito cercato di rovinarla in qualche modo, prima con lo "scandalo" di Benghazi (dopo non so quante investigazioni e una spesa di una decina di milioni di dollari, hanno confessato che lei si era comportata in modo giusto o comunque non aveva tradito il paese e che queste numerose inchieste erano state create apposta per diffamarla e bloccarla dal candidarsi) e poi incessantemente con lo scandalo delle email. Roba che gia' durante il primo dibattito in ottobre Sanders con il suo solito fare sincero e diretto aveva detto che gli americani sono stufi di queste dannate email. Ebbasta!
E invece...
Per i repubblicani le email della Clinton sono diventate la pistola fumante, il capo d'accusa principale... Criminale, traditrice, bugiarda... ho cercato di capire meglio questa storia delle email e sono andata su Wikipedia, che per quanto sia Wikipedia e quindi con certi limiti, aiuta certo a capire come la sostanza di tutte queste accuse sia poca e labile a dire poco. Ma non c'e' niente da fare, la Clinton e' colpevole di tutto, infatti sui Clinton ma specialmente su di lei circolano delle teorie complottiste che ci sarebbe da farci un documentario! E' stata accusata nel corso degli anni dell'omicidio di più di 90 persone (ma e' parente dei Soprano?), di gatticidio, di essere lesbica, di essere bisessuale, di aver coperto la presenza di un figlio illegittimo di Bill da donna afro-americana ovviamente, di aver condotto con Bill l'importazione di cocaina, di essere una mussulmana lesbica che segretamente sta cercando di imporre la legge di sharia negli US, di aver condotto un fallito colpo di stato marxista, ispirata da Gramsci... non vi sto a pigliare per il culo, sono tutti complotti di cui lei e' protagonista...

Non mi meraviglio che la gente, inclusa io, non si fidi di lei!

Alla fine la piattaforma elettorale finale della Clinton e' molto simile a quella di Sanders (università statali tuition-free per studenti le cui famiglie hanno un reddito sotto i $120.000, ad esempio) e se domani riusciamo non solo a fermare Trump ma anche a ribaltare il senato e la camera dei rappresentanti, c'e' la speranza non solo che l'apocalisse venga sventata ma che il progresso sia assicurato almeno per i prossimi 4 anni.
E non dimentichiamoci della SCOTUS, la Corte Suprema, e del fatto che gia un membro sia mancante dopo la morte non prematura di Antonin Scalia e che almeno altri 3 sia puri-settantenni potrebbero mancare nei prossimi 4 anni: se l'idea che Trump nomini giudici anti-aborto, anti-gay non vi spaventa, state leggendo il blog sbagliato.

Lo so che molti in Italia sono convinti che la Clinton voglia iniziare una guerra con la Russia, vi dico solo di controllare le fonti di queste notizie (spesso sono siti pseudo-giornalistici come Breitbart oppure riportano quanto detto da Trump come se fosse l'analisi fatta da esperti di diplomazia internazionale o militare), e di considerare invece che e' un fatto che Trump passa le notti su Twitter a mandare iatture a trasmissioni come SNL per averlo preso in giro. Trump passa ore su Twitter ad insultare comici che lo usano per fare satira, donne che raccontano che tipo di persona sia... (infatti la sua campagna gli ha bloccato l'accesso a Twitter negli ultimi 2 giorni!) Immaginatevi per un secondo che questa persona che si incazza per una presa in giro da parte di un comico sia a conoscenza dei codici per lanciare le testate nucleari...


Per il resto tra 24 ore sapremo se avremo 4 anni certamente di lotte per spingere in avanti il paese, e con noi speriamo il resto del mondo o 4 anni da incubo.

p.s.: io ho votato 2 settimane fa e il mio voto e' gia' stato registrato (che bello poterlo controllare online!).




















Amicizie sbilanciate: una miniserie.

Quello dell'amicizia e' un argomento cui penso spesso, e di cui ho parlato anche nel blog frequentemente. Sin da bambina ho vissuto ...