Cominciamo dall'inizio. Partenza, giovedi' 3 giugno alle 9 del mattino. Il nostro pulmino fedele, che gia' ci trasporto' in viaggi mitici dal New Jersey alla Virginia, poi in Florida e finalmente in Arizona, e' pieno tra bambini, passeggino, "pack 'n play" (il lettino portatile), zainone pieno di frutta, snacks, bottiglie d'acqua, etc. piu' sul tetto il famoso XCargo, cioe' il portabagagli a conchiglia con due valigione dal peso elefantesco... la famiglia Brambilla in vacanza, insomma. Il viaggio di per se' e' una roba da pivellini per noi, poco meno di 500 miglia, circa 1000 km, sulle interstate 10 e 8, il 95% di cui attraverso il deserto. Il piano prevede una fermata a Yuma per pranzo al fantastico "fast" food vegan "Nature's Express" (creato da un oncologo in Yuma, Dr. Carl Myers, vegan da 15 anni ) e almeno fino a quel punto, tutto sembra procedere come da piano. Dopo la sosta a Yuma per un ottimo pranzo, ripartiamo, belli pienotti, pensando di avere davanti ancora 2 ore e mezza di viaggio: l'arrivo all'hotel e' previsto per le 17:30 circa, o cosi' pensiamo.
Qui il tragitto...
J e' alla guida, Chris e' seduto di fianco, mezzo addormentato con la musica del suo Ipod a fargli da ninna-nanna, Violet ed io nei sedili subito dietro, Emily e Vivian negli ultimi sedili, tutte prese con i loro Nintendo DS (domanda da vecchierella: ma come facevamo noi, anni fa, ad andare in vacanza tutti pigiati in una kadett per ore, con cane e/o gatto, canarini, valigie, contrabbasso sul tetto, per ore seduti, senza niente di elettronico con cui sconfiggere la noia?? ). Lasciata Yuma, siamo subito in California, dove il paesaggio pur essendo sempre desertico, ha colori diversi, meno rossi e piu' beige. Passiamo le dune sabbiose , le Imperial Dunes enormi che sembra di essere nel Sahara, dove ci sono sempre pazzi con ATV's e dune buggies che carambolano su e' giu', poi il deserto continua, cambiano ancora i colori... io finisco per chiudere gli occhi ipnotizzata.... quando mi rendo conto che qualcos'altro sta cambiando.... iniziano le montagnazze da valicare e nel dormi-veglia sento J chiedere "Is that smoke coming out of the back?" Ma come fumo che esce dal dietro... ma che e'? ... Mi giro e mi sembra di essere a Milano in novembre... una nebbiona... e siccome siamo lontanucci dalla Padania, l'unica ragione per la nebbia e' che qualcosa sta bruciando... ECCHECCACCHIO!! Incazzatissimo, J si ferma al bordo dell'autostrada, apre il cofano e un fumo bianco esplode.... per un secondo non lo vedo piu'... quando riemerge dal fumo, dopo aver tirato due (irripetibili) insulti al mio meccanico, mi dice di chiamare AAA, "Triple A", l'automobile club americano, di cui siamo membri PLUS da anni (vista l'eta' avanzata dei nostri veicoli...).
Apro il cellulare, e non c'e' nemmeno una barrettina minuscole, niente servizio, niente. Altro insulto a TMobile, il nostro carrier... mentre inizio a farmi prendere dal panico, mi rendo conto che mentre accostavamo con la macchina, ho visto un telefono d'emergenza a 400 metri "piu' in giu" e cosi' J, sempre piu' furibondo, inizia a camminare sotto il sole cocente verso il telefono, quando sento che dice qualcosa a proposito di un liquido che sta uscendo copioso da sotto il pulmino. Probabilmente, penso io, e' la trasmissione, visto che perdeva gia' un paio di mesi prima e l'avevo fatta aggiustare.
La situazione non e' proprio rosea, siamo nel deserto e fa un caldo africano. Con la macchina accesa per mantenere l'aria condizionata, io comincio gia' a pensare al peggio... intanto il povero J e' arrivato al telefono. Sembra che lo stia usando. Bene, allora forse siamo a posto... lo vediamo tornare arrancando verso il pulmino quando ecco che una vettura del border patrol, la polizia di frontiera, si ferma dietro il povero J, che probabilmente ha ormai tutte le caratteristiche di un illegale: e' scuro, sporco ed incazzato... li vediamo confabulare e poi vediamo J entrare nel furgone dell'agente, che lo riporta da noi, dopo avergli offerto cibo, acqua! Ci offre anche di chiamare AAA per noi, perche' il canyon dove ci siamo fermati e' famoso per non offrire nessuna connessione telefonica con nessuna compagnia telefonica. GRAZIE AGENTE DI FRONTIERA!!Giuro che non ci lamenteremo piu' di tutti i vari posti di blocco sull'autostrada!! Non ci resta dunque che aspettare il carro attrezzi...
Intanto, vista la temperatura, io continuo a bere... con la conseguenza che dopo piu' di un'ora di attesa, ho la vescica che esplode! Intanto, niente carro attrezzi in vista, solo le centinaia di macchine e super-mega-camion che ci sfrecciano di fianco, pelandoci. Cosa fare? Siamo nel mezzo del deserto, circondati dalle pareti del canyon.... ue', io vado! Mi armo delle salviettine di Violet, esco dal pulmino e inizio la discesa dalla strada al deserto, cercando un cespuglio che sia grande abbastanza e "angolato" a sufficenza da coprire questa "American Fantozzi" dagli sguardi curiosi non solo di camionisti e automobilisti di passaggio, ma anche quelli dei miei famigliari che ormai hanno le lacrime agli occhi dal ridere!
Come Dio vuole, trovo un bell'albero-cespuglio, forse un ironwood, che dovrebbe andare bene. Mi squatto e aspetto... aspetto... aspetto... e niente, NIENTE DI NIENTE!! Nonostante la vescica mi sembri stia per uscire dall'addome, non riesco a produrre niente. E mi ricordo che ho sempre avuto questo problema sin da piccola: se non ho 4 pareti intorno, io non riesco ad andare. Solo che speravo che ora che ho quasi 44 anni e 4 gravidanze, i muscoli non fossero piu' cosi' forti, considerando poi quante volte tossendo o starnutendo un po' piu' violentemente del solito, mi sia trovata a pensare all'utilita' dei pannoloni. Ma tant'e, si vede proprio che gli esercizi di Kegel funzionano, e dopo una decina di minuti col didietro scoperto e nessun risultato positivo, a parte una certa tensione al pensiero di tutte le creature striscianti o meno che, pur se invisibili alla povera tapina scostumata, sicuramente pullulano intorno alle mie bianche chiappe, decido che e' uno sforzo (davvero) inutile, mi tiro su le braghe, e ricomincio l'arrampicata verso il pulmino. Gia' vedo mio figlio e mio marito con la bocca spalancata dal ridere (le bambine hanno piu' compassione per natura) e quando apro la portiera e do' la brutta notizia, nessuno capisce la mia situazione disperata e il ridacchiare continua. Passo 5 minuti seduta con la piccola in braccio che vuole saltellare, proprio sulla mia vescica, e la mia situazione peggiora terribilmente. Allora decido che ad estremi mali occorrono estremi rimedi e ri-esco dalla vettura, piu' decisa che mai : "O vinco questa battaglia, o muoio nel deserto!!" e torno dietro il "mio" cespuglio. Questa volta decido di mandare a cagare (davvero!) qualsiasi barlume di pudicizia/vergogna/imbarazzo e approfitto del fatto che spesso non c'e' il due senza il tre, o meglio, l'uno senza il due (per chi parla inglese, sapete bene a cosa mi riferisco... number two...) e finalmente VADO!! Che emozione! Sono libera, non devo piu' morire nel deserto.... ahhhhh..... finite le abluzioni di dovere grazie alle baby salviette, torno trionfante e sorridente verso il pulmino, mentre Chris e J mi fanno gesti eloquenti, come la V a due dita, o il pollice in alto ma gli sguardi sono ancora interrogativi... non sanno ma intuiscono dalla mia faccia che tutto e' bene quel che finisce bene. Non conoscono pero' ancora l'entita' del mio successo.
Apro la portiera e, con soddisfazione, annuncio "I fertilized the desert". Scrosciano gli applausi.
Intanto pero', la nostra situazione e' sempre precaria, senza contatto col mondo esterno, con un pulmino rotto, e 4 bambini che ormai si sono rotti di aspettare... quand'ecco che arriva come in un miraggio, una macchina della polizia stradale (uno dei famosi CHiPS), un agente gentilissimo che ci spiega di aver ricevuto una chiamata dal border patrol agent e che si sarebbe fermato con noi fino all'arrivo del carro attrezzi, parcheggia la sua vettura dietro la nostra per proteggerci in caso qualche pazzo uscisse di strada. Aspettiamo un'altra oretta ed ecco che finalmente arriva il carro attrezzi. ALLELUIA! Ma c'e un problema, signora Fantozzi: nella cabina del carro attrezzi c'e' posto per due persone (dice lui), cosa facciamo con gli altri 4? La soluzione dell'autista del carro e' quella di mettere me e Violet, con il suo seggiolino, nella cabina, e il resto della famiglia rimane nel pulmino che viene tirato sopra sto carro... Io penso: poverini, quando in realta' appena sistemo il seggiolino con Violet sul sedile del carro attrezzi, mi rendo conto che la poverina sono io perche'io sono seduta tra l'autista e Violet, la quale gia' odia andare in macchina, e' in macchina da 10 ore, ha fame sonno e non ne puo' piu' e quindi decide che strillare a tutta potenza dovrebbe farmi capire il suo disappunto per come questa vacanza si stia svolgendo. Inoltre, mi accorgo subito che il sedile non e' fatto per 3 persone, perche' la persona seduta in mezzo deve lasciare spazio a chi guida per cambiare marcia (ce ne sono 6, l'ultima tutta a destra che quasi tocca il seggiolino di Violet), quindi mi trovo a stare seduta sulla chiappa destra, con la gamba sinistra accavallata su quella destra che quasi accavallo pure l'anca...
Ovviamente la sfiga fantozziana ha voluto che la macchina si rompesse circa 95 miglia da San Diego, 95 miglia (quasi 200 km) che ora percorriamo a non piu' di 50 miglia all'ora (in discesa), su un'autostrada che si arrampica su sulle montagne con pendenze del 6%....
Ricapitolando, mi trovo in una posizione da contorsionista, con Violet che strilla, il resto della mia famiglia dentro un pulmino appollaiato in cima ad un carro attrezzi, su una strada pericolosa di montagna... con davanti una vacanza cui a questo punto mi viene voglia di rinunciare....
In qualche modo arriviamo all'hotel, ma invece delle 17:30 sono le 21. Dobbiamo fare il check-in e scaricare il pulmino di tutto perche' il mattino dopo J lo deve far trainare da un meccanico. Ordiniamo da mangiare un paio di pizze orribili che sono le 23.
Per fortuna il mattino seguente J riesce a fare tutto, trainare il pulmino da un meccanico e noleggiarne uno nuovo in tempo per andare a SeaWorld una mezzoretta dopo l'apertura.
Siamo riusciti a visitare tutto quello che avevamo in programma, non solo SeaWorld, ma anche Legoland e una delle tante bellissime spiagge di San Diego, la Imperial Beach dell'isola Coronado, dove Violet ha visto l'oceano e la spiaggia per la prima volta. Abbimo mangiato in diversi ristoranti vegan mooolto buoni e ci siamo divertiti molto. Faceva anche freddino per noi, ormai abituati all'Arizona!
La morale della storia e' che il buon giorno a volte non si vede dal mattino. Il buon giorno lo possiamo creare noi, anche da un inizio terribile.
Il "famoso" canyon delle chiappe al vento, foto fatta dalla cabina del carro attrezzi...
Il "famoso" canyon delle chiappe al vento, foto fatta dalla cabina del carro attrezzi...
Alcuni dei pinguini ospiti di SeaWorld
Camminando dentro un tunnel di vetro dentro la "vasca" degli squali...
L'Hotel Del (Coronado), reso famoso in uno dei miei film preferiti "A qualcuno piace caldo" con Marilyn Monroe e l'Imperial Beach
Legoland: una Volvo tutta fatta con i mattoncini... a misura reale! Una roba incredibile!
Uno dei tanti personaggi fatti con il Lego: purtroppo la pila della macchina fotografica si e' scaricata, perche' non ho potuto fotografare delle opere incredibili!!