Parlo della neve... e finalmente, visto che, da quando e' finita la stagione dei monsoni (settembre), ha piovuto una sola e patetica volta! Abbiamo avuto un autunno e inizio di inverno incredibilmente caldi, per questo zona. Un paio di settimane fa si era fuori i maglietta e calzoni corti... molto insolito!
E' da ieri sera invece che c'e' una tormentona di quelle tremende ed e' iniziato a nevicare da 10 minuti.
Le montagne sono immerse nelle nuvole, ma non vedo l'ora di ritrovarle - coperte di neve!
Be', in caso non ci si senta piu', buona fine d'anno e buon inizio!
giovedì 30 dicembre 2010
lunedì 27 dicembre 2010
Come ci vedono gli americani ( e non solo...)
Per gli americani, la lingua italiana e' una serie di suoni sincopati, erre rotolate in modo esagerato accompagnati da azioni melodrammatiche e teatrali. Quando imitano la nostra parlata, sembra che suonino il tamburello con la lingua (classico e' l'episodio di Family Guy a proposito). Cosi' come quando noi cerchiamo di imitare la cadenza americana (chi si ricorda la canzone di Adriano Celentano quando cantava "PrisincolinaSCIOnalciusol" o giu' di li'???), sembra che usiamo la lingua come una molla...
Per chi vuole farsi qualche buona risata, e' un "must" guardare Saturday Night Live, uno show con scenette e parodie che e' trasmesso da New York, appunto dal vivo il sabato notte, una trasmissione che ha lanciato nel corso dei suoi 35 anni comici come Dan Akroyd, John Belushi (dalle loro scenette e' derivato "The Blues Brothers"), Eddie Murphy, Steve Martin, Bill Murray, Billy Crystal, John Candy, Martin Short... insomma, ogni comico che voglia diventare famoso sogna di lavorare nel SNL. Quello che mi diverte tantissimo e' che ogni settimana una persona famosa, di solito un attore o attrice, fa da "host", da conduttore, e diventa come tale, parte delle scenette, spesso prendendosi in giro e diventando macchietta di se stesso.
Una scenetta ricorrente e divertentissima, almeno per me, e' "La rivista della televisione con Vinny Vedecci" dove viene esageratamente ritratta un'Italia dove la televisione e' urlata, dove si fuma sempre, si da da bere ai bambini (invidia?), dove le donne vengono "oggettificate" (ma no?), dove tutto finisce sempre a tarallucci e vino... E' come guardarsi allo specchio, e scoprire di avere un brufolo sul naso di cui non sapevamo l'esistenza!
Dicevo, per me e' divertente ma immagino che qualcuno possa trovarlo offensivo...
A parer mio, SNL e' un ottimo modo per migliorare l'inglese e contemporaneamente farsi delle belle risate!
Qui Vinny Vedecci (Bill Hader) intervista Julia Louis-Dreyfus... (le scritte sono al contrario, ma immaginatevi novelli Leonardo...)
(L'intervista con Drew Barrymore che avevo inserito originariamente non viene vista fuori dagli US, ma potete sempre sperare con questo link, http://www.hulu.com/watch/101511/saturday-night-live-vinny-talks-to-drew)
Per chi vuole farsi qualche buona risata, e' un "must" guardare Saturday Night Live, uno show con scenette e parodie che e' trasmesso da New York, appunto dal vivo il sabato notte, una trasmissione che ha lanciato nel corso dei suoi 35 anni comici come Dan Akroyd, John Belushi (dalle loro scenette e' derivato "The Blues Brothers"), Eddie Murphy, Steve Martin, Bill Murray, Billy Crystal, John Candy, Martin Short... insomma, ogni comico che voglia diventare famoso sogna di lavorare nel SNL. Quello che mi diverte tantissimo e' che ogni settimana una persona famosa, di solito un attore o attrice, fa da "host", da conduttore, e diventa come tale, parte delle scenette, spesso prendendosi in giro e diventando macchietta di se stesso.
Una scenetta ricorrente e divertentissima, almeno per me, e' "La rivista della televisione con Vinny Vedecci" dove viene esageratamente ritratta un'Italia dove la televisione e' urlata, dove si fuma sempre, si da da bere ai bambini (invidia?), dove le donne vengono "oggettificate" (ma no?), dove tutto finisce sempre a tarallucci e vino... E' come guardarsi allo specchio, e scoprire di avere un brufolo sul naso di cui non sapevamo l'esistenza!
Dicevo, per me e' divertente ma immagino che qualcuno possa trovarlo offensivo...
A parer mio, SNL e' un ottimo modo per migliorare l'inglese e contemporaneamente farsi delle belle risate!
Qui Vinny Vedecci (Bill Hader) intervista Julia Louis-Dreyfus... (le scritte sono al contrario, ma immaginatevi novelli Leonardo...)
(L'intervista con Drew Barrymore che avevo inserito originariamente non viene vista fuori dagli US, ma potete sempre sperare con questo link, http://www.hulu.com/watch/101511/saturday-night-live-vinny-talks-to-drew)
domenica 26 dicembre 2010
La terza EFFE: la famiglia.
Ah, la famiglia! Quasi un'interlocuzione a la Soprano, ma il mio tono (e la mia espressione, anche se non potete vederla) rispecchiano piu' delusione e confusione, che non un desiderio di eliminare e gettare in una colata di cemento fresco qualcuno (oddio, ogni tanto pero'...)
Quando dico "famiglia", mi riferisco a 3 gruppi distinti di persone: quella di mia provenienza, quella di provenienza di J, acquisita via matrimonio, e quella "nostra' con lui creata.
La famiglia di J e' stato il mio primo shock americo-culturale, provenendo dall'Italia di 17 anni fa, quando i divorzi erano ancora rari, le famiglie miste ancora di piu'... mi son trovata di fronte a parenti con diversi divorzi alle spalle, figli da 2 o piu' partner diversi, figliastri a destra e a manca... Ho sempre adorato i miei suoceri, per il loro modo "rilassato" di vivere, accettando situazioni a dir poco assurde, situazioni che loro, essendo di "vecchia scuola", ritenevano sicuramente "immorali", ma senza giudicare troppo...
L'altro lato della medaglia di questo atteggiamento aperto e' che, vista la mancanza di una certa disciplina (e in certi casi, di una bussola etico-morale), la maggior parte dei parenti (figli, nipoti, pronipoti) ne ha approfittato largamente, continuando a fare gli stessi errori, sapendo che poi qualcuno li avrebbe "salvati", non una, ma tre, quattro... dieci volte.
Insomma, una situazione famigliare a conferma che ad essere troppo buoni si rischia di diventare coglioni.
La famiglia da cui provengo e', a sua volta, un grande esempio di assenza di comunicazione e di aspettative malguidate. Lo dico con un po' di invidia nei confronti di chi ha una relazione profonda o almeno onesta con le proprie sorelle e/o fratelli, cosa che manca a me: ho due sorelle e non ci si parla con nessuna, siamo come tre lati spezzati di un triangolo. Bella roba, vero? I miei, in mezzo, non so bene cosa pensino. Probabilmente che hanno cresciuto 3 teste di rapa. Si illudevano di aver cresciuto 3 persone oneste e intelligenti, ma devono aver inavvertitamente sbagliato qualche ingrediente, si sono dimenticati qualche innaffiatura, perche' si ritrovano invece con tre persone che hanno difficolta'a comunicare con onesta' tra di loro, che agiscono come dei bulletti da quattro soldi (se non fai come dico, non ti parlo piu', o ti minaccio o ti sputtano), tre persone che invece di spalleggiarsi nell'affrontare le difficolta' della vita, hanno deciso di prendersi a spallate.
Quali siano i motivi alla base di questa disonesta', non e' facile e dirsi. Secondo la mia umilissima opinione, di base esiste una sorta di invidia, di competizione o, come si dice qui, di "one-upping", cioe' cercare di salire un gradino piu' in alto dell'altra, quasi per cercare la conferma che una e' piu' amata/importante/bella/ricca/di talento/etc. etc. dell'altra. Mettiamo poi in gioco la carta "jolly" rappresentata dalle altre persone che entrano a far parte dell'equazione (mariti, fidanzati, cognate, amici, etc.) e si capisce bene che, siccome forse non e' mai esistito un rapporto vero ed onesto tra di noi, l'opinione di un amico o di una cognata diventano piu' importante dell'opinione che abbiamo noi, l'una dell'altra. Un momento, che mi gira la testa dalla confusione...
In favore di J, devo ammettere che lui mi ha sempre detto di non agire di impulso e di "take the highway" in pratica di non abbassarmi al comportamento di chi mi provoca. Lui, pur avendo un rapporto flebile se non inesistente con le sue sorelle e suo fratello, invoca sempre l'importanza della famiglia, quindi e' dispiaciuto quanto me nel vedere perire una relazione, seppur minima e a distanza, tra noi sorelle.
Come diceva il vecchio parroco della chiesettina di qui, una volta parlando dei propri famigliari "You don't have to like them. You have to love them". Non devono piacerti, devi amarli.
Piu' facile a dirsi che a farsi pero', quando hai a che fare con persone che raramente si mettono in dubbio, che fanno fatica ad accettare le regole altrui e che difficilmente riconoscono di essere in torto. Ma tant'e'. Devo amarle nonostante non mi piaccia il modo in cui si comportano/si sono comportate, Sperando ovviamente, che anche loro agiscano nello stesso modo verso di me e che il rapporto che, nel bene e nel male, si e' creato nel corso degli anni, non sia stato solo un castello di carte.
Viste le premesse, tremo al pensiero che queste due situazioni possano ripetersi anche con i miei figli: partendo dal presupposto che spero non sia un comportamento ereditario, il mio desiderio e' di distribuire in modo equo, per quanto possibile, affetto ed attenzioni, sgridate e lodi, baci e sculacciate (virtuali, non vere, ne'!), e di non concentrarmi solo sulle qualita' dell'uno o sulle mancanze dell'altro (esempio di comportamento sbagliato da parte dei genitori: quando ero un'adolescente, i miei mi chiamavano "gufon face" prendendomi in giro, perche', dicevano, avevo sempre una faccia da gufo a casa. Fa niente che avevo occhiali, apparecchio etc, con cui convivere quotidianemente, quindi una faccia triste era anche il minimo... In retrospettiva, anche con tutte le buone intenzioni di farsi solo una risata alle spalle di un figlio, forse non e' esattamente il modo piu' effettivo per svilupparne l'autostima. Just sayin'...)
Non e' negoziabile, i miei figli devono rispettare noi genitori, gli insegnanti, i nonni e tutte le persone anziane, anche quelle che guidano a 20 miglia all'ora in autostrada,anche quando hanno regole diverse dalle nostre . Ma devono anche rispettarsi a vicenda. Stiamo infatti cercando di insegnargli a comunicare tra di loro, a dirsi se l'atteggiamento di uno interferisce con il "benessere" o le aspettative dell'altro. Cosa assolutamente non facile. Ma se c'e' una cosa che la mega-crisi che J ed io abbiamo attraversato qualche anno fa mi ha insegnato e' che una relazione che sembrerebbe finita puo' essere non solo riparata, ma anzi modificata e, utilizzando le spaccature e imperfezioni, si puo' costruirne una diversa e credo migliore. Cosi' anche nel mio ruolo di genitore, utilizzo le imperfezioni, gli "sbagli" miei e quelli di altri genitori, inclusi i miei e quelli di J, per essere una mamma migliore. Spero che i miei figli a loro volta, facciano lo stesso.
Tornando alle tre "EFFE" del Thanksgiving, sono grata di questa famiglia imperfetta, di questi quattro figli perfettamente imperfetti, di un marito imperfetto, di una relazione spesso imperfetta e tumultuosa, ma sempre in evoluzione, di una famiglia dove posso anche io essere imperfetta, e perdonata.
(Da notare come questo post mi ha portato dal Ringraziamento al Natale...)
Quando dico "famiglia", mi riferisco a 3 gruppi distinti di persone: quella di mia provenienza, quella di provenienza di J, acquisita via matrimonio, e quella "nostra' con lui creata.
La famiglia di J e' stato il mio primo shock americo-culturale, provenendo dall'Italia di 17 anni fa, quando i divorzi erano ancora rari, le famiglie miste ancora di piu'... mi son trovata di fronte a parenti con diversi divorzi alle spalle, figli da 2 o piu' partner diversi, figliastri a destra e a manca... Ho sempre adorato i miei suoceri, per il loro modo "rilassato" di vivere, accettando situazioni a dir poco assurde, situazioni che loro, essendo di "vecchia scuola", ritenevano sicuramente "immorali", ma senza giudicare troppo...
L'altro lato della medaglia di questo atteggiamento aperto e' che, vista la mancanza di una certa disciplina (e in certi casi, di una bussola etico-morale), la maggior parte dei parenti (figli, nipoti, pronipoti) ne ha approfittato largamente, continuando a fare gli stessi errori, sapendo che poi qualcuno li avrebbe "salvati", non una, ma tre, quattro... dieci volte.
Insomma, una situazione famigliare a conferma che ad essere troppo buoni si rischia di diventare coglioni.
La famiglia da cui provengo e', a sua volta, un grande esempio di assenza di comunicazione e di aspettative malguidate. Lo dico con un po' di invidia nei confronti di chi ha una relazione profonda o almeno onesta con le proprie sorelle e/o fratelli, cosa che manca a me: ho due sorelle e non ci si parla con nessuna, siamo come tre lati spezzati di un triangolo. Bella roba, vero? I miei, in mezzo, non so bene cosa pensino. Probabilmente che hanno cresciuto 3 teste di rapa. Si illudevano di aver cresciuto 3 persone oneste e intelligenti, ma devono aver inavvertitamente sbagliato qualche ingrediente, si sono dimenticati qualche innaffiatura, perche' si ritrovano invece con tre persone che hanno difficolta'a comunicare con onesta' tra di loro, che agiscono come dei bulletti da quattro soldi (se non fai come dico, non ti parlo piu', o ti minaccio o ti sputtano), tre persone che invece di spalleggiarsi nell'affrontare le difficolta' della vita, hanno deciso di prendersi a spallate.
Quali siano i motivi alla base di questa disonesta', non e' facile e dirsi. Secondo la mia umilissima opinione, di base esiste una sorta di invidia, di competizione o, come si dice qui, di "one-upping", cioe' cercare di salire un gradino piu' in alto dell'altra, quasi per cercare la conferma che una e' piu' amata/importante/bella/ricca/di talento/etc. etc. dell'altra. Mettiamo poi in gioco la carta "jolly" rappresentata dalle altre persone che entrano a far parte dell'equazione (mariti, fidanzati, cognate, amici, etc.) e si capisce bene che, siccome forse non e' mai esistito un rapporto vero ed onesto tra di noi, l'opinione di un amico o di una cognata diventano piu' importante dell'opinione che abbiamo noi, l'una dell'altra. Un momento, che mi gira la testa dalla confusione...
In favore di J, devo ammettere che lui mi ha sempre detto di non agire di impulso e di "take the highway" in pratica di non abbassarmi al comportamento di chi mi provoca. Lui, pur avendo un rapporto flebile se non inesistente con le sue sorelle e suo fratello, invoca sempre l'importanza della famiglia, quindi e' dispiaciuto quanto me nel vedere perire una relazione, seppur minima e a distanza, tra noi sorelle.
Come diceva il vecchio parroco della chiesettina di qui, una volta parlando dei propri famigliari "You don't have to like them. You have to love them". Non devono piacerti, devi amarli.
Piu' facile a dirsi che a farsi pero', quando hai a che fare con persone che raramente si mettono in dubbio, che fanno fatica ad accettare le regole altrui e che difficilmente riconoscono di essere in torto. Ma tant'e'. Devo amarle nonostante non mi piaccia il modo in cui si comportano/si sono comportate, Sperando ovviamente, che anche loro agiscano nello stesso modo verso di me e che il rapporto che, nel bene e nel male, si e' creato nel corso degli anni, non sia stato solo un castello di carte.
Viste le premesse, tremo al pensiero che queste due situazioni possano ripetersi anche con i miei figli: partendo dal presupposto che spero non sia un comportamento ereditario, il mio desiderio e' di distribuire in modo equo, per quanto possibile, affetto ed attenzioni, sgridate e lodi, baci e sculacciate (virtuali, non vere, ne'!), e di non concentrarmi solo sulle qualita' dell'uno o sulle mancanze dell'altro (esempio di comportamento sbagliato da parte dei genitori: quando ero un'adolescente, i miei mi chiamavano "gufon face" prendendomi in giro, perche', dicevano, avevo sempre una faccia da gufo a casa. Fa niente che avevo occhiali, apparecchio etc, con cui convivere quotidianemente, quindi una faccia triste era anche il minimo... In retrospettiva, anche con tutte le buone intenzioni di farsi solo una risata alle spalle di un figlio, forse non e' esattamente il modo piu' effettivo per svilupparne l'autostima. Just sayin'...)
Non e' negoziabile, i miei figli devono rispettare noi genitori, gli insegnanti, i nonni e tutte le persone anziane, anche quelle che guidano a 20 miglia all'ora in autostrada,anche quando hanno regole diverse dalle nostre . Ma devono anche rispettarsi a vicenda. Stiamo infatti cercando di insegnargli a comunicare tra di loro, a dirsi se l'atteggiamento di uno interferisce con il "benessere" o le aspettative dell'altro. Cosa assolutamente non facile. Ma se c'e' una cosa che la mega-crisi che J ed io abbiamo attraversato qualche anno fa mi ha insegnato e' che una relazione che sembrerebbe finita puo' essere non solo riparata, ma anzi modificata e, utilizzando le spaccature e imperfezioni, si puo' costruirne una diversa e credo migliore. Cosi' anche nel mio ruolo di genitore, utilizzo le imperfezioni, gli "sbagli" miei e quelli di altri genitori, inclusi i miei e quelli di J, per essere una mamma migliore. Spero che i miei figli a loro volta, facciano lo stesso.
Tornando alle tre "EFFE" del Thanksgiving, sono grata di questa famiglia imperfetta, di questi quattro figli perfettamente imperfetti, di un marito imperfetto, di una relazione spesso imperfetta e tumultuosa, ma sempre in evoluzione, di una famiglia dove posso anche io essere imperfetta, e perdonata.
(Da notare come questo post mi ha portato dal Ringraziamento al Natale...)
mercoledì 15 dicembre 2010
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Per chi vive a Milano e dintorni:
il 19 Dicembre a Morimondo alle 17:00, nella famosa abbazia, ci sara' un concerto di Angelo Branduardi.
Da visitare anche il mercatino dove espongono artigiani/hobbyisti (inclusa la mia amica Gloria che, dopo essere stata la mia capa alla Hertz, ha scoperto di avere un gran talento nel creare oggetti per la casa a soggetto natura) per spendere gli ultimi euro che vi sono rimasti, in regali!!
Per altre informazioni, cliccare QUI oppure visitate il blog di Gloria (La Natura per Hobby)
Vorrei poterci venire anche io, giuro... anche perche' quest'anno sta facendo un caldo insolito e ci vuole un po' di fantasia per sentire il Natale...
il 19 Dicembre a Morimondo alle 17:00, nella famosa abbazia, ci sara' un concerto di Angelo Branduardi.
Da visitare anche il mercatino dove espongono artigiani/hobbyisti (inclusa la mia amica Gloria che, dopo essere stata la mia capa alla Hertz, ha scoperto di avere un gran talento nel creare oggetti per la casa a soggetto natura) per spendere gli ultimi euro che vi sono rimasti, in regali!!
Per altre informazioni, cliccare QUI oppure visitate il blog di Gloria (La Natura per Hobby)
Vorrei poterci venire anche io, giuro... anche perche' quest'anno sta facendo un caldo insolito e ci vuole un po' di fantasia per sentire il Natale...
lunedì 13 dicembre 2010
Sempre per i nonni...
...che magari si sentono ispirati a venire a trovarci ancora....
Il soprannome ultimamente e' "chatterbox", chiacchierina sarebbe una traduzione approssimata, ma rilevante. Il soprannome "banshee" di potteriana memoria vale ancora, ma sta maturando anche lei e (la speranza e' l'ultima a morire) anche le urla da dinosauro col mal di pancia stanno diminuendo.
Il soprannome ultimamente e' "chatterbox", chiacchierina sarebbe una traduzione approssimata, ma rilevante. Il soprannome "banshee" di potteriana memoria vale ancora, ma sta maturando anche lei e (la speranza e' l'ultima a morire) anche le urla da dinosauro col mal di pancia stanno diminuendo.
Sappiate che ora la parola "nunu" (nonno/nonna, senza distinzione di sesso) e' parte del suo vocabolario, specialmente quando accendo il laptop...
Chi ha orecchio per intendere....
La seconda EFFE: gli amici.
Anzitutto, ancora una volta il mio articoletto vegetariano e' stato pubblicato sulla newsletter della cooperativa di Sierra Vista. Se vi interessa, lo potete leggere qui ... vediamo chi riesce a riconoscere per primo la protagonista della foto che dovrebbe ritrarmi??!!
Esprimere la mia gratitudine nei confronti del cibo e' stato facile. Il difficile inizia adesso. Perche' e' da decenni che faccio fatica a capire cosa sia veramente un amico, e per quanto l'analogia con il tesoro sia un po' cliche' e banale, mi trovo sempre piu' spesso a riconoscerne la validita'.
La seconda EFFE, friends, gli amici: come faccio a dire che ne sono grata, quando non sono neanche in grado di definire cosa sia un amico? E' un problema che mi perseguita da una vita: mi ricordo piu' di trent'anni fa, ero in quarta o quinta elementare, e dovevo comporre un tema sull'amicizia e non ci riuscivo. Mi dava fastidio l'idea di raggruppare sotto la stessa definizione, amico, persone con cui avevo relazioni diversissime una con l'altra.
Dopo tanti anni e tanti, ma tanti amici che sono "passati sotto i ponti", sono diventata meno esigente e ho smesso la ricerca del "vero amico", mi adatto al trend generale che e' di considerare "amici" tutte le persone con cui scambio piu' di un "hello & goodbye", dalla mamma al parco con cui ci si scambiano 20 parole e 7 numeri (il telefono), alla povera persona che si trova dalla parte ricevente delle mie lamentele e piagnistei (rari a dire il vero), a quella cui confido i miei segreti piu' segreti. Certo, deve esserci di base qualcosa che ci accomuna, ed e' diverso ogni volta: puo' essere il fatto che siamo cresciuti giocando insieme, oppure che abbiamo figli della stessa eta', o che abbiamo gli stessi gusti in libri, o musica.... ma piu' la relazione diventa profonda e significativa, piu' aumentano le aspettative mie nei confronti dell'altra persona e, immagino, viceversa.
Siccome l'amicizia e' in qualche modo un baratto, ci deve essere una certa bilancia tra quello che si da' e quello che si riceve. Mi e' difficile determinare con precisione quale sia il mio contributo, perche' quello che una persona cerca in me e' diverso da quello che cerca un'altro, pero' so con esattezza quello che cerco io in un amico-amico: cio' che richiedo, inconsciamente badate bene, nello scambio e' il possesso di un forte senso dell'umorismo (cosi' da poter accettare e capire il mio sarcasmo. Molti non ci sono abituati o lo percepiscono come un'aggressione) e dell'autoironia (mi annoiano le persone che si prendono sempre sul serio); cerco una forte generosita' non economica ma di attenzione, perche' anche se non sono una "bisognosa" di conferme quotidiane, mi piace ricevere una pacca sulle spalle una volta ogni tanto. Cerco la disponibilita' a comunicare sul serio e con magnanimita'. Mi spiego, quando mi chiami, anche se e' una volta all'anno, mi devi "parlare", deve esserci sostanza nella tua comunicazione, non blaterarmi la lista della spesa, come fanno alcuni... dio che pppppalle! Ti chiamano, non c'hanno niente di interessante da dirti e ti tengono al telefono per mezz'ora per raccontarti la lista di quello che hanno fatto "sono andata in banca, poi vediamo... sono andata al supermercato, ho fatto benzina, ho pestato una cacca, ho fatto la cacca...." E ALLORA BASTA, no? Sono una donna, amo quindi parlare di situazioni, "feelings", come stai mentalmente, se sei felice o meno, se hai bisogno di aiuto, se vuoi sfogarti.... Basta con 'sta lista della delle minuzie del cacchio, roba senza importanza. Ho poco tempo per natura, utilizziamolo per scambiarci "sostanza" non fuffa.
Tutto qui. Se ci sono queste caratteristche, c'e' una forte probabilita' che possiamo diventare amici... Anzi, no, quasi dimenticavo una caratteristica importantissima: la lealta'. Se sei mia amica, gradirei non riceverlo in quel posto anche da te, grazie. Mi e' capitato diverse volte, anche recentemente. Di solito si tratta di azioni di per se' "no big deal", non estremamente importanti, ma proprio per la loro natura di "sorpresa" (se siamo amiche, mi aspetto una certa solidarieta', una certa devozione, non mi aspetto necessariamente una fregatura da parte tua, altrimenti mi preparerei), causano una serie di reazioni a catena, una fissione nucleare di emozioni difficili o impossibili da controllare, che poi finiscono per coinvolgere altre persone.
E per me, l'amicizia e' finita. Cosi', punto. Cold turkey, repentinamente.
Persone che consideravo amiche da una vita, cessano di essere anche minimamente importanti per me. Niente lacrime, niente rimpianti. C'est la vie. Parafrasando Forrest Gump, "Friend is as friends does".
Mi viene quasi da dire "non mi meritano", ma ha una certa risonanza "esopica", l'uva non e' matura... pero' e' anche vero. Forse l'uva non era matura e la volpe era troppo bassa...non si meritavano a vicenda.
Cosi' il panorama delle mie amicizie rispecchia la mia confusione nel definirle, quindi sono amica di tutti quelli che desiderano esserlo. Qualcuno c'e'. Quality vs. quantity, qualita' contro quantita'. Stranamente il blog e' stato una inaspettata fonte di amici, anche se con molti non ci si e' nemmeno stretti la mano.
Allora la mia gratitudine avvolge anche gli amici, quelli che si comportano da amici, quelli che sono interessati allo scambio e che (spero) non hanno nessuna intenzione di sputare su questa amicizia.
Posso contarne alcuni. Allora sono ricca.
Esprimere la mia gratitudine nei confronti del cibo e' stato facile. Il difficile inizia adesso. Perche' e' da decenni che faccio fatica a capire cosa sia veramente un amico, e per quanto l'analogia con il tesoro sia un po' cliche' e banale, mi trovo sempre piu' spesso a riconoscerne la validita'.
La seconda EFFE, friends, gli amici: come faccio a dire che ne sono grata, quando non sono neanche in grado di definire cosa sia un amico? E' un problema che mi perseguita da una vita: mi ricordo piu' di trent'anni fa, ero in quarta o quinta elementare, e dovevo comporre un tema sull'amicizia e non ci riuscivo. Mi dava fastidio l'idea di raggruppare sotto la stessa definizione, amico, persone con cui avevo relazioni diversissime una con l'altra.
Dopo tanti anni e tanti, ma tanti amici che sono "passati sotto i ponti", sono diventata meno esigente e ho smesso la ricerca del "vero amico", mi adatto al trend generale che e' di considerare "amici" tutte le persone con cui scambio piu' di un "hello & goodbye", dalla mamma al parco con cui ci si scambiano 20 parole e 7 numeri (il telefono), alla povera persona che si trova dalla parte ricevente delle mie lamentele e piagnistei (rari a dire il vero), a quella cui confido i miei segreti piu' segreti. Certo, deve esserci di base qualcosa che ci accomuna, ed e' diverso ogni volta: puo' essere il fatto che siamo cresciuti giocando insieme, oppure che abbiamo figli della stessa eta', o che abbiamo gli stessi gusti in libri, o musica.... ma piu' la relazione diventa profonda e significativa, piu' aumentano le aspettative mie nei confronti dell'altra persona e, immagino, viceversa.
Siccome l'amicizia e' in qualche modo un baratto, ci deve essere una certa bilancia tra quello che si da' e quello che si riceve. Mi e' difficile determinare con precisione quale sia il mio contributo, perche' quello che una persona cerca in me e' diverso da quello che cerca un'altro, pero' so con esattezza quello che cerco io in un amico-amico: cio' che richiedo, inconsciamente badate bene, nello scambio e' il possesso di un forte senso dell'umorismo (cosi' da poter accettare e capire il mio sarcasmo. Molti non ci sono abituati o lo percepiscono come un'aggressione) e dell'autoironia (mi annoiano le persone che si prendono sempre sul serio); cerco una forte generosita' non economica ma di attenzione, perche' anche se non sono una "bisognosa" di conferme quotidiane, mi piace ricevere una pacca sulle spalle una volta ogni tanto. Cerco la disponibilita' a comunicare sul serio e con magnanimita'. Mi spiego, quando mi chiami, anche se e' una volta all'anno, mi devi "parlare", deve esserci sostanza nella tua comunicazione, non blaterarmi la lista della spesa, come fanno alcuni... dio che pppppalle! Ti chiamano, non c'hanno niente di interessante da dirti e ti tengono al telefono per mezz'ora per raccontarti la lista di quello che hanno fatto "sono andata in banca, poi vediamo... sono andata al supermercato, ho fatto benzina, ho pestato una cacca, ho fatto la cacca...." E ALLORA BASTA, no? Sono una donna, amo quindi parlare di situazioni, "feelings", come stai mentalmente, se sei felice o meno, se hai bisogno di aiuto, se vuoi sfogarti.... Basta con 'sta lista della delle minuzie del cacchio, roba senza importanza. Ho poco tempo per natura, utilizziamolo per scambiarci "sostanza" non fuffa.
Tutto qui. Se ci sono queste caratteristche, c'e' una forte probabilita' che possiamo diventare amici... Anzi, no, quasi dimenticavo una caratteristica importantissima: la lealta'. Se sei mia amica, gradirei non riceverlo in quel posto anche da te, grazie. Mi e' capitato diverse volte, anche recentemente. Di solito si tratta di azioni di per se' "no big deal", non estremamente importanti, ma proprio per la loro natura di "sorpresa" (se siamo amiche, mi aspetto una certa solidarieta', una certa devozione, non mi aspetto necessariamente una fregatura da parte tua, altrimenti mi preparerei), causano una serie di reazioni a catena, una fissione nucleare di emozioni difficili o impossibili da controllare, che poi finiscono per coinvolgere altre persone.
E per me, l'amicizia e' finita. Cosi', punto. Cold turkey, repentinamente.
Persone che consideravo amiche da una vita, cessano di essere anche minimamente importanti per me. Niente lacrime, niente rimpianti. C'est la vie. Parafrasando Forrest Gump, "Friend is as friends does".
Mi viene quasi da dire "non mi meritano", ma ha una certa risonanza "esopica", l'uva non e' matura... pero' e' anche vero. Forse l'uva non era matura e la volpe era troppo bassa...non si meritavano a vicenda.
Cosi' il panorama delle mie amicizie rispecchia la mia confusione nel definirle, quindi sono amica di tutti quelli che desiderano esserlo. Qualcuno c'e'. Quality vs. quantity, qualita' contro quantita'. Stranamente il blog e' stato una inaspettata fonte di amici, anche se con molti non ci si e' nemmeno stretti la mano.
Allora la mia gratitudine avvolge anche gli amici, quelli che si comportano da amici, quelli che sono interessati allo scambio e che (spero) non hanno nessuna intenzione di sputare su questa amicizia.
Posso contarne alcuni. Allora sono ricca.
giovedì 9 dicembre 2010
La prima EFFE: il cibo.
HOLY COW! Sopravvissuta, o quasi, ad una settimana o poco piu', difficile per Violet, quindi per me: le e' venuto un virus (simile al Coxackie, credo, ma limitato fortunatamente solo alla bocca) "grazie" al quale non voleva piu' mangiare e bere. Ringrazio il fatto che la sto ancora allattando, perche' altrimenti sarebbe finita in ospedale per disidratazione (come e' successo a Vivian quando aveva 4 anni...).
Comunque sia, questo post volevo pubblicarlo subito dopo Thanksgiving, ma tra una cosa e un'altra, non sono riuscita a finirlo, cosi' lo pubblico a "puntate". Volevo solo che fosse chiaro che e' colpa della Fagiolina...
Per il Ringraziamento, alla fine siamo rimasti a casa: dopo diversi tentativi per mettermi in contatto con mia cognata, non essendo riuscita a parlarle per le ultime 3 settimane, mercoledi' 24 ho preso la decisione di non andare, anche perche', come ben puo' confermare chi ha o ha avuto bambini piccoli, anche una trasferta di due giorni richiede un trasloco di baracca e burattini da far paura, il lettino, il mini-seggiolone, giochi, pannolini etc, e in piu' nel nostro caso, tutti i piatti preparati per il nostro Thanksgiving dinner; quindi senza aver ricevuto conferma , mi spiace ma non rischio, e me ne sto a casa, che faccio meno fatica!
Cosi' ci siamo goduti una giornata tranquilla, senza doverci preoccupare di nulla.
Come sanno tutti, la festa del Thanksgiving e' una festivita' simile alle tante celebrate in giro per il mondo, per segnare l'ultimo raccolto prima dell'arrivo dell'inverno. Si' certo, poi c'e' tutta la leggenda dei pellegrini e degli indiani, Squanto etc., ma in realta' la maggior parte di cio' che viene considerato parte della tradizione storica per il Ringraziamento, e' solo un gran puzzle di aggiunte avvenute nel corso degli ultimi 200 anni. Incluso il tacchino, che sfortunatamente e' divenuto il centrotavola di milioni di cene. Per noialtri vegan americani, cosa succede al Thanksgiving, se non c'e' il tacchino? Vi garantisco che, pur senza la carcassa in mezzo alla tavola, ci siamo strafocati, e questo di sicuro e' come da tradizione!
La differenza principale e' che, nonostante l'abbuffarsi fino all'esplosione della panza o del bottone (RIMA!), quello che capita per primo, il pasto e' sicuramente piu' leggero dal punto di vista calorie e grassi, (pur sempre "pesante" come gusto e sapori pero') e assolutamente assente in tavola e' il colesterolo. "Cazzate", direte voi... se siete giovani. Quando comincerete ad avere 40+ anni, vi garantisco che prima o poi, con l'arrivo dei cambiamenti alcuni subdoli altri piu' evidenti, del vostro corpo, comincerete a leggere le rubriche mediche e a rendervi conto che tutto quello che immettete nell'organismo ha un effetto diretto sulla qualita' di vita che conducete, quindi sapere che il cibo che mangiate non contribuisce all'occlusione delle arterie sara' ben piu' importante.
Anyways, per quello che vale ora, a distanza di 2 settimane, il menu e' consistito di:
Due Tofurky, (arrosti vegetariani gia' farciti con riso selvatico (wild rice?) e altre erbe, che tutti e 4 i figli adorano, tant'e' che uno solo non basta piu'!)
Mashed potatoes (pure', tipico contorno festivo, ma fatto con latte di soja e sour cream vegana)
Green beans salad with crisp shallots and roasted walnuts (insalata con fagiolini, scalogno [?] croccante e noci arrostite, buonissima)
Chestnuts and apples stuffing (farcitura con castagne e mele; lo stuffing qui non e solo inserito nelle cavita' delle carcasse animali, ma viene anche preparato separatamente. Cosi' facciamo sempre anche noi)
Cranberry and apricot sauce (una sorta di marmellatina fatta con mirtilli rossi tipica delle feste, da mettere sugli arrosti. Molti americani la comprano nelle lattine, quando e' poi facilissima da preparare fresca,in questo caso con l'aggiunta albicocche secche)
Mushroom gravy (intingolino ai funghi. Normalmente si usano le interiora del tacchino per prepararlo, per noi solo verdure e funghi, niente colesterolo o fattore "eew", invece tutto sapore. Da mettersi praticamente su tutto!)
Cloverleaf rolls (paninetti a trifoglio, anche questi fatti a mano, usando la teglia che si usa per i muffins, buoni buoni...)
E per finire, dulcis in fundo letteralmente, una fantastica vegan pumpkin pie cheesecake, cheesecake vegana alla torta di zucca... roba da libidine che potresti morire senza troppi rimpianti dopo una fetta. Da notare che non mi sono mai piaciute le cheesecake fatte con il formaggio di latte animale... io sentivo l'odore del latte e del formaggio che mi ha sempre disgustato! Invece questa la adoro!!(La foto NON rende assolutamente...)
Per l'occasione abbiamo pure aperto una bottiglietta di vino biologico vegan della california...
Sto salivando ancora solo a rileggere quello che ho scritto...
Come tutti gli anni, seduti intorno alla tavola, e abbiamo chiesto ai pargoli :"What are you thankful for?", di cosa siete grati?, e dopo le solite ragazzate (videogames! Vacation!), si sono tutti e 3 messi d'accordo (Violet ancora non partecipa... a parte i soliti strilletti!) e hanno detto "The 3 F's, Food, Friends and Family". Cioe' cibo, amici e famiglia.
Questa frase mi ha fatto riflettere, mi sono chiesta se oggi, in questo momento, anche io potrei dare la stessa risposta, con la stessa convinzione e leggerezza.
Comincio anzitutto con la prima F, food, il cibo.
Di quello si', sono grata, assolutamente: la scelta fatta quasi 5 anni fa di diventare vegana ed evitare l'uso e lo sfruttamento di prodotti di origine animale, (non solo in cucina ma anche, per quanto possibile, in tutti gli aspetti della mia vita), mi ha non solo reso piu' forte dal punto di vista fisico, piu' sana (mi sono passate istantaneamente tutte le emicranie e i mal di testa, avro' preso si' e no 10 Ibuprofen in 4 anni e mezzo, mentre pre-vegan mi veniva almeno 1 mal di testa orrendo alla settimana e almeno 1 emicrania debilitante al mese), ma mi ha anche reso veramente consapevole, mio malgrado se vogliamo guardare, della profonda connessione esistente tra tutti gli animali che abitano questo pianeta, inclusi noi uomini, ha evidenziato come ad esempio la sofferenza che io, come donna, madre e mammifera (!) provo, pensando che uno dei miei cuccioli mi possa venire portato via o soffra, e' simile se non uguale a quella di altri animali sottoposti a trattamenti uguali per la nostra ingordigia. Mi ha insegnato che il dolore che prova un pulcino quando gli viene tagliato il becco cosi' puo' vivere in una gabbietta con decine di altri polletti, anche loro senza becco, senza che si cavino gli occhi a vicenda, e' un dolore vero e reale, anche se non espresso verbalmente, non comunicato per iscritto, non certificato da avvocati e preti.
Ma non voglio predicare. Ogni persona ha un percorso da percorrere, non tutti arriviamo alla stessa meta, alle stesse conclusioni pur partendo da simili premesse. Per la maggioranza degli uomini, gli animali non provano emozioni quindi possiamo usarli come vogliamo. E se anche dovessero provare delle emozioni, il loro sfruttamento e' giustificato solitamente o dicendo che la loro presenza sulla terra e' un dono di Dio, che li ha creati per il nostro godimento e sopravvivenza, oppure che la nostra evoluzione ed evidente superiorita' nel risolvere problemi di algebra, sono la prova che gli animali sono nostri subordinati e il nulla osta a poterne farne qualsiasi uso per qualsiasi scopo. Tanto sono "solo" animali.
Questa consapevolezza e' stato un sorprendente sottoprodotto della mia scelta primaria, che era quella di migliorare la mia salute, alla soglia dei 40 ann. Piu' vado avanti e piu' leggo di studi e ricerche che sono stati condotti e vengono condotti in questo momento sull'intima connessione tra "dieta" (intesa come cio' che si mangia quotidianamente) e salute, piu' mi si allarga il sorriso: quella che e' stata una scelta quasi per sfida, si e' poi rivelata decisamente una delle migliori decisioni della mia vita. Prevenire e sconfiggere cancro, malattie cardiovascolari, diabete, e' possibile seguendo una dieta a base di piante (a dire la parola "vegan" la gente si spaventa...). No, non sto parlando di sciamani o santoni, ma di medici e di istituti di ricerca ufficiali. Date un'occhiata a questo sito, se conoscete qualcuno che soffre di cancro, o questo, se conoscete qualcuno che soffre di cardiopatia Una delle ultime testimonianze in favore della dieta a base di piante e' quella di Bill Clinton, che potete guardare qui sotto in parte dell'intervista rilasciata a Wolf Blitzen su CNN un paio di mesi fa. Sicuramente noterete come stia meglio fisicamente, infatti ha perso circa 12 chili rimuovendo cibo di origine animale dalla sua dieta (che non e' strettamente vegan, visto che una volta ogni tanto mangia pesce). Proprio lui, Bill Clinton, l'uomo che veniva preso in giro su Saturday Night Live all'epoca della sua presidenza anche per il suo interesse verso il fast food, e' diventato (quasi) vegan!!
Si', in conclusione sono grata, e tanto, per la prima EFFE, il cibo. Vegan. Che ha migliorato la mia salute e mi ha reso piu' forte. Che mi ha spinto ad imparare a cucinare (e mangiare) piatti fantastici di cucine esotiche e straordinarie, senza dover piu' compromettere il mio amore per gli animali. Tutti.
Poi scrivero' della seconda EFFE, gli amici. Per ora vado a dormire che e' super tardi e sono vecchierella e non dovrei stare in piedi, specialmente con la Fagiolina che mi fa da sveglia alle 6 ....
Comunque sia, questo post volevo pubblicarlo subito dopo Thanksgiving, ma tra una cosa e un'altra, non sono riuscita a finirlo, cosi' lo pubblico a "puntate". Volevo solo che fosse chiaro che e' colpa della Fagiolina...
Per il Ringraziamento, alla fine siamo rimasti a casa: dopo diversi tentativi per mettermi in contatto con mia cognata, non essendo riuscita a parlarle per le ultime 3 settimane, mercoledi' 24 ho preso la decisione di non andare, anche perche', come ben puo' confermare chi ha o ha avuto bambini piccoli, anche una trasferta di due giorni richiede un trasloco di baracca e burattini da far paura, il lettino, il mini-seggiolone, giochi, pannolini etc, e in piu' nel nostro caso, tutti i piatti preparati per il nostro Thanksgiving dinner; quindi senza aver ricevuto conferma , mi spiace ma non rischio, e me ne sto a casa, che faccio meno fatica!
Cosi' ci siamo goduti una giornata tranquilla, senza doverci preoccupare di nulla.
Come sanno tutti, la festa del Thanksgiving e' una festivita' simile alle tante celebrate in giro per il mondo, per segnare l'ultimo raccolto prima dell'arrivo dell'inverno. Si' certo, poi c'e' tutta la leggenda dei pellegrini e degli indiani, Squanto etc., ma in realta' la maggior parte di cio' che viene considerato parte della tradizione storica per il Ringraziamento, e' solo un gran puzzle di aggiunte avvenute nel corso degli ultimi 200 anni. Incluso il tacchino, che sfortunatamente e' divenuto il centrotavola di milioni di cene. Per noialtri vegan americani, cosa succede al Thanksgiving, se non c'e' il tacchino? Vi garantisco che, pur senza la carcassa in mezzo alla tavola, ci siamo strafocati, e questo di sicuro e' come da tradizione!
La differenza principale e' che, nonostante l'abbuffarsi fino all'esplosione della panza o del bottone (RIMA!), quello che capita per primo, il pasto e' sicuramente piu' leggero dal punto di vista calorie e grassi, (pur sempre "pesante" come gusto e sapori pero') e assolutamente assente in tavola e' il colesterolo. "Cazzate", direte voi... se siete giovani. Quando comincerete ad avere 40+ anni, vi garantisco che prima o poi, con l'arrivo dei cambiamenti alcuni subdoli altri piu' evidenti, del vostro corpo, comincerete a leggere le rubriche mediche e a rendervi conto che tutto quello che immettete nell'organismo ha un effetto diretto sulla qualita' di vita che conducete, quindi sapere che il cibo che mangiate non contribuisce all'occlusione delle arterie sara' ben piu' importante.
Anyways, per quello che vale ora, a distanza di 2 settimane, il menu e' consistito di:
Due Tofurky, (arrosti vegetariani gia' farciti con riso selvatico (wild rice?) e altre erbe, che tutti e 4 i figli adorano, tant'e' che uno solo non basta piu'!)
Mashed potatoes (pure', tipico contorno festivo, ma fatto con latte di soja e sour cream vegana)
Green beans salad with crisp shallots and roasted walnuts (insalata con fagiolini, scalogno [?] croccante e noci arrostite, buonissima)
Chestnuts and apples stuffing (farcitura con castagne e mele; lo stuffing qui non e solo inserito nelle cavita' delle carcasse animali, ma viene anche preparato separatamente. Cosi' facciamo sempre anche noi)
Cranberry and apricot sauce (una sorta di marmellatina fatta con mirtilli rossi tipica delle feste, da mettere sugli arrosti. Molti americani la comprano nelle lattine, quando e' poi facilissima da preparare fresca,in questo caso con l'aggiunta albicocche secche)
Mushroom gravy (intingolino ai funghi. Normalmente si usano le interiora del tacchino per prepararlo, per noi solo verdure e funghi, niente colesterolo o fattore "eew", invece tutto sapore. Da mettersi praticamente su tutto!)
Cloverleaf rolls (paninetti a trifoglio, anche questi fatti a mano, usando la teglia che si usa per i muffins, buoni buoni...)
E per finire, dulcis in fundo letteralmente, una fantastica vegan pumpkin pie cheesecake, cheesecake vegana alla torta di zucca... roba da libidine che potresti morire senza troppi rimpianti dopo una fetta. Da notare che non mi sono mai piaciute le cheesecake fatte con il formaggio di latte animale... io sentivo l'odore del latte e del formaggio che mi ha sempre disgustato! Invece questa la adoro!!(La foto NON rende assolutamente...)
Per l'occasione abbiamo pure aperto una bottiglietta di vino biologico vegan della california...
Sto salivando ancora solo a rileggere quello che ho scritto...
Come tutti gli anni, seduti intorno alla tavola, e abbiamo chiesto ai pargoli :"What are you thankful for?", di cosa siete grati?, e dopo le solite ragazzate (videogames! Vacation!), si sono tutti e 3 messi d'accordo (Violet ancora non partecipa... a parte i soliti strilletti!) e hanno detto "The 3 F's, Food, Friends and Family". Cioe' cibo, amici e famiglia.
Questa frase mi ha fatto riflettere, mi sono chiesta se oggi, in questo momento, anche io potrei dare la stessa risposta, con la stessa convinzione e leggerezza.
Comincio anzitutto con la prima F, food, il cibo.
Di quello si', sono grata, assolutamente: la scelta fatta quasi 5 anni fa di diventare vegana ed evitare l'uso e lo sfruttamento di prodotti di origine animale, (non solo in cucina ma anche, per quanto possibile, in tutti gli aspetti della mia vita), mi ha non solo reso piu' forte dal punto di vista fisico, piu' sana (mi sono passate istantaneamente tutte le emicranie e i mal di testa, avro' preso si' e no 10 Ibuprofen in 4 anni e mezzo, mentre pre-vegan mi veniva almeno 1 mal di testa orrendo alla settimana e almeno 1 emicrania debilitante al mese), ma mi ha anche reso veramente consapevole, mio malgrado se vogliamo guardare, della profonda connessione esistente tra tutti gli animali che abitano questo pianeta, inclusi noi uomini, ha evidenziato come ad esempio la sofferenza che io, come donna, madre e mammifera (!) provo, pensando che uno dei miei cuccioli mi possa venire portato via o soffra, e' simile se non uguale a quella di altri animali sottoposti a trattamenti uguali per la nostra ingordigia. Mi ha insegnato che il dolore che prova un pulcino quando gli viene tagliato il becco cosi' puo' vivere in una gabbietta con decine di altri polletti, anche loro senza becco, senza che si cavino gli occhi a vicenda, e' un dolore vero e reale, anche se non espresso verbalmente, non comunicato per iscritto, non certificato da avvocati e preti.
Ma non voglio predicare. Ogni persona ha un percorso da percorrere, non tutti arriviamo alla stessa meta, alle stesse conclusioni pur partendo da simili premesse. Per la maggioranza degli uomini, gli animali non provano emozioni quindi possiamo usarli come vogliamo. E se anche dovessero provare delle emozioni, il loro sfruttamento e' giustificato solitamente o dicendo che la loro presenza sulla terra e' un dono di Dio, che li ha creati per il nostro godimento e sopravvivenza, oppure che la nostra evoluzione ed evidente superiorita' nel risolvere problemi di algebra, sono la prova che gli animali sono nostri subordinati e il nulla osta a poterne farne qualsiasi uso per qualsiasi scopo. Tanto sono "solo" animali.
Questa consapevolezza e' stato un sorprendente sottoprodotto della mia scelta primaria, che era quella di migliorare la mia salute, alla soglia dei 40 ann. Piu' vado avanti e piu' leggo di studi e ricerche che sono stati condotti e vengono condotti in questo momento sull'intima connessione tra "dieta" (intesa come cio' che si mangia quotidianamente) e salute, piu' mi si allarga il sorriso: quella che e' stata una scelta quasi per sfida, si e' poi rivelata decisamente una delle migliori decisioni della mia vita. Prevenire e sconfiggere cancro, malattie cardiovascolari, diabete, e' possibile seguendo una dieta a base di piante (a dire la parola "vegan" la gente si spaventa...). No, non sto parlando di sciamani o santoni, ma di medici e di istituti di ricerca ufficiali. Date un'occhiata a questo sito, se conoscete qualcuno che soffre di cancro, o questo, se conoscete qualcuno che soffre di cardiopatia Una delle ultime testimonianze in favore della dieta a base di piante e' quella di Bill Clinton, che potete guardare qui sotto in parte dell'intervista rilasciata a Wolf Blitzen su CNN un paio di mesi fa. Sicuramente noterete come stia meglio fisicamente, infatti ha perso circa 12 chili rimuovendo cibo di origine animale dalla sua dieta (che non e' strettamente vegan, visto che una volta ogni tanto mangia pesce). Proprio lui, Bill Clinton, l'uomo che veniva preso in giro su Saturday Night Live all'epoca della sua presidenza anche per il suo interesse verso il fast food, e' diventato (quasi) vegan!!
Si', in conclusione sono grata, e tanto, per la prima EFFE, il cibo. Vegan. Che ha migliorato la mia salute e mi ha reso piu' forte. Che mi ha spinto ad imparare a cucinare (e mangiare) piatti fantastici di cucine esotiche e straordinarie, senza dover piu' compromettere il mio amore per gli animali. Tutti.
Poi scrivero' della seconda EFFE, gli amici. Per ora vado a dormire che e' super tardi e sono vecchierella e non dovrei stare in piedi, specialmente con la Fagiolina che mi fa da sveglia alle 6 ....
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