mercoledì 21 dicembre 2011

7 Canzoni di Natale Americane: la terza (revisione realistica della seconda)

In inglese la parola "pain" oltre a dolore, significa "rottura" oppure "scassamaroni", a seconda,  trasferimento dallo slang "pain in my ass", penso intraducibile in italiano, che devo dire pero' J, quando parla in italiano e vuole riferirsi a me tanto per fare un esempio, traduce letteralmente "Monica e' un dolore nel mio culo"....  si capisce bene cosa intende!

Parlando di "pains", di rotture, non c'e' niente come il Natale che incarni l'essenza del "dolore", e metta alla prova anche la pazienza dei santi:  le decorazioni, l'albero, impacchettare i regali, le luci fuori (per noi che abbiamo una casa, include l'utilizzo di scale e altri attrezzi per appenderle... rischi di cadute, congelamenti vari... sicuramente una esperienza dolorosa!), I PARENTI!, le file in macchina per andare a fare le ultime compere... insomma, non so bene per voi italiani del 21mo secolo che magari vi siete distanziati dalle esagerazioni consumistiche di anni passati, ma  per "noi" americani ancora sussistone, anche se leggermente mititigate, e certi "obblighi" festaioli rimangono incubi da sopravvivere e da cui si emerge, tutti gli anni,  inevitabilmente dicendo "THAT'S IT! Never again!", basta e' l'ultima volta che... per poi invariabilmente trovarsi 12 mesi dopo nella stessa identica situazione. Esempio classico personale e' l'invio dei biglietti di Natale: tra amici, conoscenti e parenti in Italia, California, New Jersey, Arizona ed altre parti degli US, sono arrivata in anni passati ad inviare quasi 80 biglietti, ovviamente bisogna aggiungerci la foto dei pargoli (che e' poi, per me, la parte piu' interessante dei biglietti che ricevo, vedere i bambini che conoscevo quando erano itsy-bitsy, crescere e diventare uomini e donne), io poi ci metto sempre una nota scritta personale, anche solo una riga con una firma, aggiungici i francobolli etc. e diventano non solo un'impresa, ma anche una spesa non indifferente. Lo so, non mi obbliga nessuno a mandare i biglietti, ma qui negli US il biglietti di auguri/ringraziamento/invito etc. sono considerati un obbligo sociale che ho imparato ad adempiere a mie spese grazie a diverse amiche americane... In 18 anni che vivo qui, infatti, non ho mandato i biglietti di Natale forse solo 3 volte, che hanno coinciso di solito con l'arrivo di un nuovo figlio o altri impedimenti fisici. In questo momento infatti sto preparando i biglietti di quest'anno, procrastinatrice che sono, e siccome non trovo piu' le mie liste di indirizzi, scritte su carta e su computer, grazie al trasloco in Arizona e alla morte del mio laptop precendente, quindi me ne sono rimasti solo una decina scritti, e cosi' avro' forse una trentina di persone cui inviarli... come i lettori del mio blog!!

Anyway, divago come al solito, segno di vecchiaia e di stress...quasi mi dimenticavo di scrivere che HO RITROVATO L'IPOD di Emily!! Ovviamente l'ho scoperto nascosto dietro scarpe col tacco che non uso da qualche annetto, una settimana dopo che ho comprato un altro IPod con accessori... non lo porto indietro ancora, in caso Vivian faccia una scena tragica nel vedere la sorella con quel regalo... le diremo "TA-DAAN", cosa credevi? Eccone uno anche per te!! Un po' come fecero i miei quando avevo 4 anni e sotto l'albero trovai un bel saccone di carbone (mi sa che me lo meritavo!!)... e poi nascosta c'era la mia bicicletta!!
Continuo a divagare...

La canzone di oggi non ha niente di tradizionale, che ti riscalda il cuore e fa pensare alla magia del Natale... ma rappresenta il Natale in ogni caso. Il Natale di cui parlavo prima, dello stress e degli obblighi e del "mai piu' ".
E' la parodia della canzone di ieri e si intitola, giustamente, "The Twelve Pains of Christmas", "Le dodici rotture del Natale" e a me piace tantissimo. Sono molto profana, ma il sapere di non essere sola e' la consolazione di cui ogni tanto, tutti abbisognamo.
Questa la lista dei "dolori":
  1. trovare un albero
  2. appendere le luci
  3. i postumi della sbornia
  4. mandare i biglietti d'auguri
  5. cinque mesi di bollette
  6. affrontare i suoceri
  7. The Salvation Army (l'Esercito della Salvezza che nel periodo natalizio piazza i "bell ringer", persone con cappello da Santa che, suonando una campanella senza sosta fuori da tutti i negozi/grandi magazzini americani, chiedono offerte, di solito monetine date come resto, per aiutare i poveri etc). Simbolizza tutte le organizzazioni caritatevoli che chiedono soldi a Natale (tante!)
  8. i figli che rompono e piangono e fanno i capricci
  9. trovare parcheggio
  10. "pile non incluse"
  11. gli special stravecchi in tv
  12. cantare canzoni di Natale
... il tutto che peggiora progressivamente con la canzone!


8 commenti:

  1. Non c'è nulla da fare.
    il miglior metodo per ritrovare qualcosa che si è perduto è... ricomprarlo!!!

    Quello perduto salterà fuori in un battibaleno... E' scientifico!

    ---Alex

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  2. Io "pain in my ass", nel mio gergo personale, lo tradurrei come "piaga": quell'uomo è una piaga. E mentre lo scrivo mi viene in mente qualcuno con cui ho discusso di recente :-)

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  3. in romano si dice "Sei popo
    'n ditoarculo!" (sei proprio un dito nel culo)
    Io invece quando ho nascosto qualcosa l'ho persa per sempre anche se si dice che "la casa nasconde ma non ruba".
    Tanti auguri di buone feste (senza troppi pains).
    Dee

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  4. @Alex: e' advvero una legge scientifica: rimpiazza cio' che hai perso e lo ritrovi. POssiamo chiamarla Alex's Law? Come Pere's Law o Murphy's Law?

    @DionisO: si' bravissimo, piaga e' proprio la traduzione giusta, anche se penso che la coloritura della frase "dolore nel culo" e' impareggiabile. E abbiamo tutti un po' a che fare con piaghe, non sei solo.

    @Dee: "poponditarculo" e' un'espressione stupenda!! devo dirla a mio marito! Parlavo di colori di una frase, questa e' proprio un arcobaleno!! Pensa che conoscevo una tipe che credeva negli angeli negli spiriti e iceva che tutte le volte che sparisce qualcosa, o che trovi oggetti mossi, sono gli anglei o gli spiriti... ce n'e' proprio di tutti i tipi in giro!! Auguri anche a te... i "pains" li sopravviveremo, come sempre, dai!

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  5. Innanzitutto evviva per l'iPod di Emily! Dovresti metterti le scarpe col tacco, però!!
    Per quanto riguarda il natale, sono d'accordo con te. Io patirei il 10 dicembre e ritornerei il 10 gennaio...Mi sa che l'anno prossimo lo farò..
    Quanto alle cartoline, direi che è una bella abitudine e pure molto piacevole. Almeno a Natale scrivere con la penna è romantico.
    La mia canzone di natale è quella di john Lennon "Happy Xmas (war is over). Mitica!!

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  6. @ Titti: le scarpe col tacco che non uso da un po' sono da "uscita" e ammetto che e' da quando e' nata Violet che le uniche uscite sono state al cinema e boccone veloce... un giorno avro' ancora occasione di usarle e sfidare la legge di gravita'!! Anche a me piace la canzone di Lennon ed e' davvero attualissima... volevo pero' magari condiviere canzoni meno conosciute in Italia, che qui sono super-popolari!! Tu vai "su" da tua figlia o vengono loro "giu"?

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  7. ehi, la cosa piu' bella del Natale in Italia e' l'assenza dei tipi della Salvation Army! Niente contro la charity, ma che strazio...
    La seconda cosa piu' bella e' andare in giro con le corna da renna (portatemi da Mark), credo di essere l'unica qui, le corna in Italia non piacciono proprio! a me, queste, si
    Auguri
    Letizia

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  8. Moky, sono andata da mia figlia e ora sono di nuovo a Milano. Ho mangiato vegan, delizioso!!

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