lunedì 12 marzo 2012

Diventare americani: quarto aggiornamento.

Il mio Acer Notebook e' defunto. Sono costretta ad usare il desktop di J, e non sono piu' abituata alla tastiera gigante, cosi' scrivo parole che sembrano uscite dalla bocca di Salvatore nel Nome della Rosa e continuo a controllare e a correggere, ma non c'e' verso: la frustrazione alla fine di ogni frase e' su su a livelli ARRGH!.
Mi piacerebbe rimpiazzarlo con una Mac-something, ma i prezzi sono da vendita di un paio di organi sul mercato nero, e cosi' per il momento mi adatto.

Intanto sto studiando le 100 domande di storia ed educazione civica americana "come una matta" (da interpretarsi liberamente...) perche' settimana scorsa ho ricevuto la lettera con la data per l'intervista: l'11 aprile alle 11 verro' "grigliata" dall'USCIS, e sembrerebbe che dovro' aspettare per il giuramento, nel senso che non verra' fatto subito dopo... e mi sta meglio, perche' vorrei aver tutta la sacra famiglia al seguito nel momento in cui "abiurero' " ufficialmente ad ogni fedelta' all'Italia.... (Lacrimuccia? Risata satanica?... Probabilmente la prima...)

Ora, non c'entra niente, o forse un pochino, col diventare americani, ma leggevo un post in un blog italiano (nessuno che mi segue, si tatta di un blog eco/vegan) e l'autrice, che usa spesso l'inglese non so bene perche'( forse perche' da un certo tocco di internazionalita', diversamente dalla sottoscritta, che usa l'inglese perche'- si' e' vero!- non si ricorda la corrispondente parola italiana...,o forse per "tirarsela" un po', non saprei bene), ha scritto una parola che mi ha fatto lo stesso effetto di quando uno scrive "ano" invece di "anno"... una cosa inavvertitamente ridicola che ha subito sgonfiato il pallone, per me.

Ecco, secondo me se una persona decide di utilizzare una lingua straniera per nessun altro motivo che non quello di fare scena, sarebbe opportuno che verificasse quello che scrive, onde evitare di dire fregnacce!!

Non puoi scrivere REMAINDER (avanzo, cio' che resta) quando la parola che dovresti usare e' REMINDER (una cosa che causa a qualcuno di ricordar qualcosa), perche' allora invece di fare la figa, fai la figura del celentano da blogosfera!!

Sono un po' troppo "OCD" quando si tratta di fare editing?
Fossi cosi' nelle "faccende" di casa, avrei certamente una casa piu' ordinata....


9 commenti:

  1. Break a leg per l'esame dell'11 aprile...
    Quanto alla blogger di cui parli.....che dire? Farebbe bene a studiare un po' di più se vuole tirarsela e sciorinare una lingua straniera.
    A meno che faccia finta di sapere l'inglese e si avvalga del traduttore automatico che alla frase "La mia amica Marina..." traduce "My friend Navy...." ah ah ah ah

    RispondiElimina
  2. Ah, gli sproloqui anglofili!

    Sembra una balla improvvisata, ma a me anni fa capitò di usare un traduttore per tradurre più velocemente una ricetta da passare ad un collega nero canadese. Il traduttore mi tradusse "vino bianco" come "wine white man".

    RispondiElimina
  3. @Titti: l'11 aprile sta arrivando troppo in fretta!
    Non ho nessun problema con chi usa l'inglese, o ci prova, ma con ci lo utilizza "tanto per"... Non l'ho scritto, ma e' la controprova che uso con chi si lamenta per come gli americani pronuncino parole italiane in modo ridicolo (e lo fanno) ma sicuramente non l'hanno studiato, mentre c'e' chi scrive (scripta manent, vero? almeno finche' non lo si cancella...) ridicolezze in inglese con la certezza degli stolti... e di sicuro lo hanno studiato, almeno a scuola.

    RispondiElimina
  4. @Dioniso: ci sarebbe da compilare una bella lista, intitolarla "Gli sproloqui anglofili piu' comici e patetici degli italiani" e pubblicarla!! Che ne dici?

    I traduttori elettronici sono una cosa da scompisciarsi... il marito (americano) di mia sorella una volta scrisse un mssaggio a mio padree usando non so bene quale traduttore, e ti giuo che mio padre singhiozzava dal ridere, quando lo lesse!!

    Immagina se tu non avessi saputo l'inglese e avessi mandato la ricetta al tuo collega cosi'... :D

    RispondiElimina
  5. Sì ho già scritto qualche post del genere. Solo che qualche sproloquio capita pure a me. Solo che di solito cerco di non mescolare gli sproloqui. Quelli inglesi li faccio in inglese e quelli italiani in italiano. :-)

    RispondiElimina
  6. @ Dioniso: mi sembra di ricordarne qualcuno...

    I tuoi "sproloqui" sono sempre fatti con arte, senso musicale e classe. Quindi non possono classificarsi veri sproloqui!

    RispondiElimina
  7. Non dimentichiamo
    Cara Maria= Expensive Mary
    altra pietra miliare dei campioni di traduzioni scolastiche...
    Anche a me dà fastidio, soprattutto alla TV , telegiornali, parole inglesi ammazzate e decapitate tutti i giorni.
    Ma perchè abiuri L'Italia? rimani sempre doppia cittadina, ricordalo. Saremo sempre divise a metà con le nostre contraddizioni e il meglio dei due mondi!?!
    Keep me posted.

    RispondiElimina
  8. @ Koala: infatti, non ho troppi problemi con chi usa l'inglese, correttamente, in una frase in un'altra lingua. Mi girano quando lo usano scorrettamente, e lo macellano... poi spesso sono quelli che senti dire "gli americani (o gli inglesi, o i francesi...) non sanno dire mozzarella, o bruschetta."... che e' vero, non lo sanno fare, ma da che pulpito, no?
    Quando si fa il giuramento, le parole che dicono proprio "abiuro ogni potentato, principato o paese, etc. etc." Ovvio che la maggior parte che fa il giuramento incrocia le dita, pero' dovesse mai scoppiare una guerra (oddio) contro l'Italia, io ho promesso che aiuterò' gli Stati Uniti, non l'Italia...
    E' una cosa che non capisco, visto che l'Italia consente la doppia cittadinanza, pero' pare che funzioni così...

    @Dioniso: secondo me, se proprio una persona desidera utilizzare un'altra lingua in un discorso, che almeno lo faccia correttamente, pronunciandone le parole correttamente...

    RispondiElimina

Ogni commento e' benvenuto, quando contribuisce alla conversazione!

Amicizie sbilanciate: una miniserie.

Quello dell'amicizia e' un argomento cui penso spesso, e di cui ho parlato anche nel blog frequentemente. Sin da bambina ho vissuto ...