Faccio allora anche io un po' di inferenza da questo commento:
"No comment... da buona italiana preferisco una tavola ben apparecchiata.. tovaglia o tovagliette fa lo stesso.. certo è che sedersi intorno ad un tavolo con tante belle buste di plastica, riscaldare nel microonde, innaffiarle di ketchup e coca cola non è la mia provincialismo cultura ... ma mi spiegate perché la uppper class americana ama così tanto le provinciali abitudini della provinciale Italia?.
God bless America!"
Sembrerebbe da queste parole, solo per opposizione di valori, che:
- non sono una "buona italiana"
- sono io la provinciale che non vede il declino della civiltà americana rappresentato anche da, e permettetemi di ri-quotare, "sedersi intorno ad un tavolo con tante belle buste di plastica, riscaldare nel microonde, innaffiarle di ketchup e coca cola "
- non capisco la upper class americana
Vale la pena di esplorare questi 3 punti.
- Si', e' vero, non sono una buona italiana. Dopo quasi 20 anni qui, fortunatamente a mio parere, ho perso la puzza sotto il naso tipica di tanti italiani. Non so nemmeno se chiamare questo snobismo "provincialismo" sia sufficiente, perché nella sua forma più radicale diventa condiscendenza ed e' veramente sgradevole.
- Per essere chiari, le tovagliette qui (e nel mondo) esistono fatte di tutte le stoffe e materiali che uno puo' immaginarsi (ne ho alcune di bamboo, recentemente e accidentalmente decorate con pennarello permanente dalla mini-artista di casa), ma quando hai figli, o comunque una vita piena (figli, lavoro oppure volontariato, studio, hobbies...) le "buste di plastica" sono la scelta piu' intelligente, no? O avete mai provato a togliere le macchie lasciate sulle "buste di stoffa" o sulla tovaglia di pizzo della nonna da un'orda di selvaggi, o anche solo da chi mangia come un essere umano? Non so da dove arrivino queste idee, ma gli Americani che mangiano i "convenience foods" riscaldati nel microonde e accompagnati da coca cola e ketchup sono solitamente i milioni di Americani che vivono con i food stamps, i sussidi del governo perché guadagnano ad esempio, in una famiglia di 4 persone, meno di 25mila dollari all'anno, oppure gli anziani che sopravvivono con l'assegno del social security che in media e' di $1200 al mese, e grazie alla meravigliosa macchina pubblicitaria americana, quando uno ha 10$ al giorno per dar da mangiare alla famiglia, invece di comprarsi 1 kg di riso e 1 di fagioli, si rivolge a MacDonalds o alla sezione congelata del supermercato! Quando uno vive in un paese dove, come ho scritto nel post precedente, grazie alle lobby interessate, costa meno comprare un hamburger e un sacchetto di patatine fritte che una libbra di pasta, allora capisci che milioni di americani non hanno scelta. Gli esseri umani sono "calibrati" per cercare cibo "ricco" di grassi (suggerisco di leggere il libro di Dr. Lisle e Dr. Goldhamer "The Pleasure Trap" per una interessante lezione antropologica sulle cause del declino della salute degli americani) e una volta che "la trappola del piacere" e quella economica sono state tese, la caduta nella spazzatura gastronomica e' praticamente inevitabile. Conosco tante persone, americane d'America, che usano la tovaglia ogni sera, ma non e' l'uso della tovaglia o meno in discussione nel post di ieri (hey, magari quando i figli saranno fuori di casa, la mia casa diventera' soggetto di un articolo su Better Homes and Gardens, tutto e' possibile, no?), in discussione era il ragionamento dietro "uso della tovaglia = superiorita' culturale", che rende impossibile osservare un'abitudine diversa magari cercando di capirne le motivazioni oppure, se proprio uno lo sforzo non ha voglia di farlo, almeno catalogarla come una peculiarita' locale. Credetemi, capisco che per alcune persone preparare la tavola e' una forma di arte, e' l'espressione magari del proprio amore per se stessi e le persone della propria famiglia, oppure anche l'estensione della creativita' culinaria, ma e' pericoloso lanciarsi in un'analisi culturale basandosi solo su quello che piace e da' piacere soggettivamente, ad una generalizzazione oggettiva. Ci sono tante ragioni per apprezzare l'Italia, e "ridimensionare" l'idea di un'America da sogno (basta leggere il blog ad esempio di Silvia o di Basilico o di Valeria, ed altri che raccontano le loro esperienze di un'America imperfetta, spesso conditi da quella nostalgia che mi colpisce ormai solo dopo un ritorno in Italia, cosa che non succede da piu' di 5 anni...), lasciamo la tovaglia dove serve, sulla tavola di chi ha voglia e tempo di usarla.
- "Conosco" la upper class americana. Be', non personalmente, ma so chi sono. La cosiddetta "upper class" e' una frazione minuscola della popolazione americana. In caso vi fossero sfuggiti gli eventi degli ultimi 12 mesi, parliamo di 1% contro il 99%, visto che la middle class, il vero "cavallo da lavoro" americano, e' ormai in via d'estinzione: in particolare, nel 2009 meno del 3% di tutte le dichiarazione dei redditi americane (140 milioni di "returns") ha dichiarato un reddito di piu' di $200.000 all'anno, e considerando che il numero usato sia dal presidente che dal congresso per definire le persone "wealthy" e' $250.000 all'anno, logicamente le persone sopra i $250mila all'anno sono meno del 3%. Ecco chi e' la "upper class": sono pochissimi americani, anche se 2 milioni e mezzo di persone sembrano tante, se le suddividiamo in un paese che ha un'area di 3.794.000 miglia quadrate o 9.827.000 chilometri quadrati, non bisogna essere geni in matematica per capire che parliamo quasi dell'araba fenice. Si' questa upper class che tanto ama le abitudini "provinciali" italiane... principalmente perche' i suoi "membri" seguono The Food Network e una volta alla settimana, quando Juan il cuoco ha la serata libera, si mettono a spadellare nelle loro cucine corredate di doppio frigorifero e doppio forno in acciaio inossidabile della Viking che costano piu' di quanto un americano non della upper class guadagna in un anno... ecco si, questa e' la "upper class" americana. Vi dico che questi americani non rappresentano gli altri 297 milioni.
Molti americani sono interessati alla buona cucina, italiana ma non solo (uso il termine "buona cucina" anche se per me non lo e', ma e' quella che convenzionalmente viene considerata tale) e partecipano a classi di cucina, seguono le trasmissioni sul Food Network, imparano, integrano... a mettere 300 milioni di persone sotto lo stesso ombrello si rischia di correre il rischio di fare la figura di provinciali...