Valeria ieri scrive sulla sua pagina facebook:
"La Littizzetto che se la prende con Carmen Russo perche' ha 50 anni ha fatto la PMA. Perche' no? Che c'e' di male? L'eta'? Meglio la mamma giovane e alcolista? Giovane e violenta? Giovane e triste? Vogliamo andare casa per casa a giudicare la buona madre? Ma perche' non ve ne andate affanculo?"
Ho pensato subito "Brava Valeria!".
Non conosco la Littizzetto (so solo che e' una comica italiana) quindi sono andata a vedermi lo spezzone "incriminato" e, come scritto da qualcun altro su FB, l'ho trovato pieno di qualunquismo facile e anche di banalita' un po' crude, alla disperata ricerca di qualche risata; conosco pero' l'argomento della maternita' anziana discretamente, sia per la mia esperienza personale con Violet, sia perche' ho diverse amiche che hanno concepito, artificialmente e non, a tarda eta' (anche dopo i 50 anni), cosi' decido di lasciare anche il mio commento quando leggo un commento che parla di ..."situazioni paradossali", parla di "natura che non sbaglia", "di figli che hanno diritto ad una madre nel pieno delle forze fisiche ed intellettuali", parla di "cosa pensera' il figlio il primo giorno di scuola con una mamma anziana e piena di cerone"...
Una marea di fregnacce, classico esempio di chi parla, o in questo caso, scrive, solo perche' ha una bocca o un computer!
E' facile farsi i cazzi degli altri, quando non sei "gli altri" e lo dico proprio perche' io stessa tendo ad essere una che giudica, e devo fare uno sforzo per valutare le situazioni cercando di mettermi nelle classiche scarpe altrui: mi e' stato insegnato, da decine e decine di madri che ho conosciuto facendo la Leader per La Leche League per diversi anni, che se non siamo parte della dinamica famigliare entro cui certe decisioni vengono prese, non abbiamo diritto di voto, soprattutto quando si tratta di situazioni delicate, difficili e magari dolorose come quelle create dall'infertilita', sia essa determinata da problemi fisiologici dei genitori, o dall'eta' dei genitori, o dal sesso dei genitori...
E' incredibile come tutti diventiamo esperti quando si parla di maternita', parto, figli, spesso pero' continuando a proporre idee e "regole" che risalgono nemmeno agli anni '50, risalgono al medioevo!
Tra i commenti il classico "madre natura ha deciso così", e se Madre Natura ha deciso cosi allora accettiamo tutte le sue scelte senza combatterle, dalle piu' banali alle piu' difficili, miopia, labbro leporino, infertilita', cancro, gioite, Madre Natura ha scelto per noi! (Da leggersi con musica new age come sottofondo associando le parole ad un'immagine stile mulino bianco...)
Madre Natura, ma fatemi il piacere!!
Il commento pero' che mi ha piu' imbestialito e' stato "un figlio ha diritto di essere capito da genitori piu' giovani". Boom, eccoci tornati nel passato, dove le portinaie non solo funzionavano da Wikipedia del quartiere, ma dispensavano contemporaneamente consigli e dogmi, in un ibrido casereccio di psicologia, teologia e puttanate.
Esaminiamo la frase (capisco che scritta di fretta su FB e' probabilmente uscita di getto, ma so che rappresenta l'idea di tante persone): "un figlio ha diritto" (fin qui, sono d'accordo, i figli hanno senza dubbio dei diritti) "di essere capito". Ah! Essere capiti, un diritto importantissimo dei figli... prima ancora del diritto di essere amati, di avere un tetto sulla testa e del cibo, possibilmente con valore nutritivo, sulla tavola, di ricevere un'istruzione, di avere tempo per giocare, di imparare ad essere autosufficiente... essere capiti! Un diritto! Quello di riuscire a "capire un figlio" e' sicuramente una qualita' importante per un genitore, se per "capire" intendiamo accettare le sue diversita' ; se invece con "capire" intendiamo conoscere tutti i gruppi e le canzoni presenti nel suo Ipod, o persino riuscire a far funzionare un Ipod, o essere al corrente dei vari trend come vestiario o linguaggio dei figli, allora no!
Sono d'accordo che un figlio abbia il diritto di essere accettato con le sue caratteristiche, amato per queste sue caratteristiche, anche quelle che magari non rientrano nei "sogni di madre" (o padre) (un genitore molto sportivo che si ritrova un figlio che passa le ore a leggersi libri in biblioteca invece di calciare un pallone con gli amici, potrebbe avere difficolta' ad accettarne i diversi interessi...), ma quando un genitore ama un figlio davvero profondamente, questo dovrebbe avvenire automaticamente.
"Da genitori piu' giovani". Ma quanto e' discriminatoria ed offensiva una frase cosi'? Quanto antiquata e estrapolata da ogni realta' degli ultimi 20 anni e' questa frase?
Cioe' un genitore piu' vecchio che capisce e ama i propri figli vale meno di un genitore che agisce nello stesso modo, perche' secondo la "famosa regola per diventare genitori" che qualcuno, come direbbe mio marito, "pulled out of her ass", s'e' estratta dal culo, "un figlio ha il diritto di essere capito da genitori piu' giovani".
Espandendo questo ragionamento, allora i figli non avrebbero anche il diritto di avere genitori "che si possono permettere una casa piu' grande, vestiti piu' belli, macchine più sicure, giochi piu' educativi"?
Ma chi se le inventa queste "leggi per diventare genitori"?
Io sono una mamma "anziana", non quanto la Carmen Russo, ma sicuramente potrei essere nonna, e questi pregiudizi nei confronti di chi, per "sfiga" (termine usato nei commenti) o disattenzione, o per scelta, affronta una maternita' ben oltre l'eta' "normale", mi fanno arrabbiare: certamente ho piu' rughe, sicuramente piu' capelli bianchi, discutibilmente meno energie della mamma che ero 17 anni fa, quando e' nato Chris... ma sono una madre peggiore, o forse migliore a causa della mia eta' "avanzata"?
Sicuramente sono una madre diversa, cosi' come, non dovrei nemmeno scriverlo, Violet e' una bambina diversa da Chris, da Emily e da Vivian e da miliardi di bambini che esistono in questo momento. Ogni figlio e' diverso, ogni relazione e' diversa, a prescindere da come un figlio sia arrivato a far parte di una famiglia, ogni diade (e triade, se ci sono 2 genitori) madre/figlio/a e' diversa: ho 4 figli e con loro 4 relazioni diverse, tutte basate sugli stessi identici principi di amore, rispetto, responsabilita'....
Cio' che rende un genitore "bravo" va' la di la' dell'eta' o del sesso o della ricchezza dei genitori. Cio' che ci rende "bravi" e' la nostra capacita' di rispondere ai loro bisogni di base (amore, riparo, cibo) e la volonta' di continuare a offrire loro aiuto e direzione, al meglio delle nostre capacita' e non ostante gli ostacoli, quelli che abbiamo nel momento in cui diventiamo, appunto, genitori.
Ne manca uno.. ma sta crescendo e la nostra compagnia e' sempre meno... interessante e gradita .... |