Se non ve la ricordate, questo e' il post in cui descrivevo l'altamente sgradevole pomeriggio di più di 9 mesi fa, in cui il marito della mia amica L. si era rivelato una delle persone più ignoranti e razziste con cui abbia mai avuto a che fare personalmente, creando così una situazione difficile: preservare la mia dignità e quello in cui credo, e per evitare future conversazioni evitare lui e famiglia, quindi a tutti gli effetti tagliare non solo i miei ponti con la mia amica, ma anche quelli di Violet con la sua figlia, oppure continuare a frequentarli facendo finta di niente.
Ovviamente avevo scelto la prima opzione, ormai un ponte in più o uno in meno...
Ancora oggi, quando ripenso a quel pomeriggio, mi sconvolge non solo il pensiero che esistano persone di tale ignoranza (e che procreino!), ma anche il fatto di essermi comportata un po' da codarda, scegliendo la fuga invece del confronto (ho persino richiesto alla segretaria della scuola di mettere Violet in una classe diversa della figlia)… proprio io, che non sopporto le persone che agiscono e parlano alle spalle, mi sono trovata a fare la la stessa cosa.
Ma considerando che il marito e' armato e secondo me, leggermente instabile, ho preferito la dipartita silenziosa, piuttosto che rischiare di trovarmi nel mezzo di un'altra discussione inutile (never argue with stupid) e finire per fare quello che dentro di me avrei voluto davvero, e cioè dirgli esattamente quello che pensavo di lui. Difficile dire ad una persona che le sue idee ti fanno vomitare e sono la disgrazia dell'umanità, senza offenderla personalmente e magari scatenarne le ire.
Tutto procedeva tranquillamente secondo il mio piano vigliacco, finche' 2 settimane fa ricevo questa email:
Hi Monica, It's L. I don't know if this email is going to come out correctly.
But I hope it does, because I miss you. If I have done anything to offend you, I truly did not mean to. I didn't think we had parted badly when we had the political conversation with R., but it's the last time I saw you and I was hoping that wasn't the case. But if you were offended or felt like we "ganged" up on you I apologize from the bottom of my heart.
I was hoping we would've gotten together sooner knowing that Violet and S. are in the same school. And I was hoping that when we moved you would've said something to me. But speaking to my sister and gripping that I miss you, she said well maybe you were waiting for me to tell you that we moved and that your feelings are hurt that I didn't tell you which furthered the feeling of you being offended.
Either way I don't like having this feeling of something bad between us. Now if you feel we've grown apart, I understand and will be sorry we did. But hope if we bump into each other I can still say "Hi." .
If you want you can text me or call me back.
- L.
Ciao Monica. Sono L. Non so se questa email uscira' correttamente. Ma lo spero, perche' mi manchi.
Se ho fatto qualcosa per offenderti, davvero non era la mia intenzione. Non pensavo ci fossimo salutate malamente quando avevamo fatto la conversazione politica con R. (il marito - n.d.M.), ma e' stata l'ultima volta che ti ho visto e speravo che questo non fosse il caso. Ma se ti sei offesa, o se ti sei sentita come se ci fossimo coalizzati contro di te, ti schiero scusa dal profondo del mio cuore.
Speravo che ci saremmo potute trovare prima, sapendo che Violet e S. sono nella stessa scuola. e speravo che quando ci siamo trasferiti (hanno traslocato a giugno in un'altra casa nella zona - n.d.M.)tu mi avresti detto qualcosa. Ma parlando con mia sorella e colpita dal fatto che mi manchi, lei ha detto che forse tu ti aspettavi che ti avessi detto che c'eravamo trasferiti e che i tuoi sentimenti sono feriti perché non te l'ho detto, che a sua volta ha aumentato il tuo sentirti offesa.
In ogni caso non mi piace avere questa sensazione che ci sia qualcosa di brutto tra di noi. Ora se ti senti che ci siamo allontanate, capisco e mi dispiace che sia successo. Ma spero che se dovessimo incontrarci per caso, posso ancora dirti "Ciao".
Se vuoi puoi mandarmi un messaggio o chiamarmi.
L.
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Bel messaggio, vero? Bello e accorato… tant'e' che io mi sono detta: e ora? Cosa rispondo?
Di fronte ad una persona che si espone e che mi parla col cuore in mano, almeno in apparenza, devo rispondere onestamente, provare a spiegarle cosa ho provato e farlo cercando di non offendere le sue opinioni pur difendendo le mie; con tatto spiegarle la mia posizione, senza attaccare il marito e metterla sulla difensiva, ma anche senza compromettere quello in cui credo profondamente.
Non e' stato facile: avete presente camminare su un filo?
Ho cosi' iniziato a scrivere una risposta, cercando di esprimere quello che avevo provato e che provavo, e anche quello che volevo… ho scritto e riscritto, tagliato e incollato, una fatica immane…
Ho invitato anche Emily a leggere la bozza e dirmi cosa ne pensava (sia a lei che a Vivian conoscevano tutta la storia): in tutte le differenti versioni del mio messaggio, riuscivo a comunicare bene il mio pensiero, finche' non arrivavo alla chiusura, perché visto il suo approccio assolutamente nonconflittuale, non volevo finire questa lettera con una dichiarazione di guerra. Il mio intento iniziale, quello di proteggere me stessa e soprattutto proteggere Violet da ideologie razziste e bigotte, rimaneva forte ma mi sembrava giusto offrirle l'occasione di spiegarsi, visto che lei per prima l'aveva data a me.
Alla fine ho deciso che la cosa migliore era dare a lei l'opportunità di decidere cosa fare, come si dice qui "to put the ball in her court": in altre parole, questa e' la mia posizione, decidi tu.
Alla fine, dopo tanto editing, questa e' l'email che le ho inviato, a mio modesto parere quasi un capolavoro di "diplomazia intransigente":
Hi L.,
thank you so much for writing this. It has taken me some time to reply to your message, because while I need to explain what happened, I'm trying to do it with consideration to your opinions, as I truly valued your friendship and that of our girls.
First let me tell you that I have missed you as well but you are right: after the "conversation" we had a few months ago, which I wouldn't call "political" as I felt it was more like a weird quasi-apology of racism, I went home flabbergasted. I had never before being confronted by such prejudices from people I personally knew.
I'm going to be honest, I was really upset, I couldn't reconcile what I knew about you with all those awful ideas and stereotypes... no, I didn't really think that you guys "ganged up" on me, because you didn't say one word during the entire time R. and I were talking, so I was actually hoping that perhaps you were silently disagreeing with your husband, just like sometimes I do with mine.
Everybody has a right to their own opinions, I understand this and I respect it, but when these opinions are harmful to minorities, I find it really hard to ignore them and pretend all is normal. They become the elephant in the room.
In hindsight, I made the mistake to take the bait and perhaps antagonize R., while I should have just grabbed any excuse, and leave as soon as the "all blacks have something wrong in their brain" idea was brought up. But I felt the need to somehow "defend" my black friends and all the people who do not have something wrong in their brain but just so happen to have a skin of a darker shade.
I understand we all have different (political) views, but in this case, it was beyond a political disagreement.
I truly believe that there are no racial hierarchies, that not one race is better than the other, and I don't believe for a second that there is something inherently or genetically flawed in any race, and that is what I want my kids to learn and live by. This is kind of one of my core beliefs, actually.
I would like to get together again, but I feel a bit uncomfortable, and especially I feel protective of Violet, in case any of those views are passed on to your kids: maybe you would feel the same if someone said to you that all South Americans and people of South American descent were inferior, or lazy or had something wrong in their genes.
I'm not sure what to do.
What do you suggest?
Monica
Ciao L., ti ringrazio tanto per avermi scritto. Mi ci e' voluto un po' di tempo per rispondere al tuo messaggio perché, mentre ho bisogno di spiegare cosa e' successo, sto cercando di farlo tenendo in considerazione le tue opinioni, visto che ho apprezzato la tua amicizia e quella delle nostre figlie.
Anzitutto lasciami dire che mi sei mancata anche tu ma hai ragione: dopo la "conversazione" che abbiamo avuto alcuni mesi fa, che non chiamerei "politica" , visto che mi e' sembrata più una semi-apologia del razzismo, sono tornata a casa a bocca aperta. Non mi era mai capitato prima di venire confrontata da tali pregiudizi da persone che conosco personalmente.
Devo essere onesta, ero davvero sconvolta, non riuscivo a riconciliare ciò che sapevo di te con tutte quelle terribili idee e stereotipi… no, non ho pensato che vi foste coalizzati contro di me, perché tu noi hai detto una parola durante tutto il tempo in cui R. ed io parlavamo, quindi io speravo che tu fossi silenziosamente in disaccordo con tuo marito, così come faccio talora io.
Ognuno ha diritto alla propria opinione, lo capisco e lo rispetto, ma quando queste opinioni sono nocive alle minoranze, trovo molto difficile ignorarle e far finta che tutto sia normale. Diventano l'elefante in salotto.
In retrospettiva, ho commesso l'errore di abboccare e forse oppormi a R., mentre avrei dovuto trovare una scusa qualsiasi ed andarmene non appena l'idea che "tutti i neri hanno qualcosa di sbagliato nel cervello" e' stata introdotta. Ma ho provato il bisogno di "difendere" in qualche modo i miei amici "neri" e tutte le persone che per caso hanno la pelle di una gradazione più scura.
Capisco che abbiamo tutti diverse opinioni (politiche), ma in questo caso si tratta di qualcosa oltre al disaccordo politico.
Credo davvero che non esistano gerarchie razziali, che non esista una razza migliore di un'altra, e non credo per un istante che esista qualcosa di inerentemente o geneticamente difettato in nessuna razza, e questo e' quello che voglio che imparino i miei figli e che lo vivano. Questo e' tipo una delle mie convinzioni essenziali.
Mi piacerebbe che ci trovassimo ancora, ma mi sento un po' a disagio, e specialmente mi sento protettiva nei confronti di Violet, nel caso alcune di queste opinioni venissero passate alle tue figlie: forse anche tu proveresti le stesse cose se qualcuno ti dicesse che tutti i sud americani e i discendenti di sud americani sono inferiori, o pigri o hanno qualcosa di sbagliato nei loro geni. (il marito e' cileno n.d.M.)
Non sono sicura di cosa fare.
Tu cosa suggerisci?
Monica
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La sera seguente (sabato) mi e' arrivata la sua email di risposta:
Thank you so much for your insight Monica. I did keep myself out of the conversation on purpose. 1) because I don't like politics - I feel like I really never get the whole story about what the government is doing so I won't go out of my way to read what's going on like R. does. So when he starts talking politics I keep one ear open.
But I thought maybe you thought I was in support of everything Rob was saying, I'm not but 2), I have mixed feelings about the other subject.
Like you I don't think that any one race is superior to another and I surely am not teaching that to my children. And to be honest with you I don't even really remember that part of the conversation. I kinda tune-out R. when he gets to talking that way because, I've found, there is no true discussion with him. But I will say we as a society are doing something wrong when there is a majority of one race that is violent towards themselves and towards everyone else and they are making up the majority of our jail system and live off the government.
I wish I knew how to help, but it doesn't seem like (them, as a majority) want help. That they don't want better lives for themselves other than selling drugs and being in gangs. Now I know that sounds racist and it is. But at the same time I look at individuals and what's inside not the outside and I love it when I see someone succeed "against-all-odds". Maybe I'm not making sense. It be easier if I were talking with you. I hope we can get together sans R. and discuss whatever you'd like, You do know me, I am not a bigot. I'm very open-minded to things and have an east spirit when it comes to other peoples opinions. I wish everyone could just get along!
I hope we can meet and have lunch together and just put this behind us and laugh at the absurdity that conversation was!!.
Hope to hear from you soon.
L.
Ti ringrazio tanto per la tua perspicacia, Monica. Mi sono tenuta fuori dalla conversazione apposta per due motivi. 1) perché non mi piace la politica - mi sembra che non si riesca mai avere una storia completa di cosa stia facendo il governo, quindi non faccio uno sforzo extra per cercare di capire cosa stia succedendo, come fa' R. Così quando comincia a parlare di politica, ho solo un orecchio aperto. 2) Ho sentimenti contrastanti sull'altro argomento. Come te, non pensi che una razza sia superiore ad un'altra e sicuramente non insegno questo alle mie figlie. E ad essere onesta con te, non mi ricordo nemmeno quella parte della conversazione (perché evidentemente aveva solo un orecchio aperto n.d.M.) In pratica smetto di ascoltare R. quando comincia a parlare in quel modo perché mi sono resa conto che non si può discutere con lui. Ma ti dirò che noi come società stiamo facendo qualcosa di sbagliato quando c'e' la maggioranza di una razza che e' violenta verso se stessa e verso tutti gli altri e che costituisce la maggioranza del nostro sistema carcerario e che vive di sussidi del governo. Vorrei sapere come aiutare, ma non sembra che loro, la maggioranza, voglia aiuto. Che non vogliano una vita migliore per se stessi a parte vendere droga e essere in una gang. Ora so che questo sembra razzista e lo e'. Ma nello stesso tempo guardo l'individuo e cosa c'e' dentro e non fuori e amo quando vedo qualcuno che ce la fa' "contro ogni speranza". Forse quanto dico non ha senso. Sarebbe più facile se stessi parlando on te. Spero che ci possiamo trovare senza R. e discutere qualsiasi cosa tu voglia. Mi conosci, non sono una bigotta. Sono molto aperta ad altre idee e ho uno spirito serene quando si tratta delle opinioni di altre persone. Vorrei che tutti andassero d'accordo!
Spero che ci possiamo incontrare e pranzare insieme e semplicemente dimenticarci di questo e dire all'assurdità che e' stata quella conversazione.
Spero di sentirti presto.
L.
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Penso proprio di chiamarla più tardi e magari andare a pranzo insieme in settimana, visto che siamo entrambe "sfigliate" fino alle 14:30.
Non so nemmeno se varrà la pena, ma forse cercherò di di darle un corso accelerato di storia coloniale, sia europea che americana, appellandomi alla sua umanità: non possiamo certo risolvere noi singolarmente l'immenso problema della violenza tra giovani afro-americani, ma non ci vuole un genio per realizzare che e' naive aspettarsi che un'intera etnia che e' stata per secoli sottoposta ad invasioni, rapimenti, torture, stupri, schiavitù e in generale, considerata inferiore e schiacciata da un'altra etnia, all'improvviso diventi fiduciosa e confidente nel governo fatto di persone che, per la maggioranza, appartengono proprio all'etnia che li aveva schiacciati… soprattutto quando le opportunità sono ancora minori, quando l'accesso all'educazione (istruzione) e' reso quasi impossible da una società che continua a valutare diverse gradazioni di colore della pelle in modo diverso.
Basta pensare a quello che e' successo recentemente a Ferguson, dove un adolescente nero senza nessun'arma e con le mani alzate, e' stato assassinato da un poliziotto… certo non voglio fare la buonista, fare il poliziotto e' un mestiere difficile non c'e' dubbio, ma spiegatemi perché in Texas, ed altri stati, gruppi di bianchi possono andare in giro armati fino ai denti, per dimostrare il loro diritto di portare armi (pistole, fucili e armi automatiche), mentre un ragazzo di 18 anni disarmato viene falciato mentre ha le mani azate.
Al di la' del contesto storico e sociale che forse le manca, solo per il fatto che L. ha voluto cercare di capire e di chiarire, la sua amicizia vale la pensa di essere salvata, secondo me.
Perché di persone così nella mia vita, disposte a comunicare e dialogare e magari anche esporsi nella loro vulnerabilità e imperfezione, ne ho trovate pochissime.
La tua umanità, il tuo esporti così come sei, senza cercare di apparire perfetta, il tuo metterti i discussione fanno di te una persona splendida. Sei un esempio.
RispondiEliminaMi stavo dimenticando di rispondere ai vostri commenti… Luciano, ti ringrazio delle tue parole, di cuore.
EliminaPurtroppo la mia posizione e' diversa dalla tua e mi rifletto piu' nella tua amica anche da europeo. Per quel che riguarda Ferguson aspetta che l inchiesta giudiziaria sia locale che federale sia conclusa prima di dare giudizi.
RispondiElimina@Grandma's House: spero che ogni tanto anche tu provi a metterti nei panni di chi e' nato e cresciuto con la pelle più scura dell'europeo medio. Gli emigrati italiani in America della fina '800 e dei primi 40 anni del secolo scorso erano considerati sub-umani, ma siccome non hanno mai vissuto in schiavitù E hanno una "tinta" non dissimile dal resto della maggioranza americana, sono riusciti ad integrarsi ed assimilarsi più facilmente. Il "racial profiling" e' una mentalità ben radicata in europa e certamente in america. Solo un suggerimento. Grazie del tuo commento.
EliminaBrava! Vai avanti così! E, visto che apprezzi chi ti parla a cuore aperto, ti prego di prestare attenzione al tuo carattere generoso ma irruento talora quando è preso dalla passione per cose in cui credi profondamente. Ti seguo da un po' e ricordo il fatto. Allora tu chiedevi consiglio su cosa fare ed io ti scrissi che ritenevo opportuno non troncare con l'amica e semplicemente scansare un po' il marito. Violet ha una famiglia solida alle spalle e non può essere "deviata" da eventuali parole di un'amica che, a quanto detto dalla signora, non ci saranno nemmeno. Tu hai scelto una soluzione più radicale ed è questo aspetto del tuo carattere che a volte ti può remare contro.
RispondiEliminaScusami se ti ho irritato con le mie parole, io che non ti conosco altro che grazie ai tuoi post mentre tu non mi conosci per nulla, ma tu sei una bella persona e mi hai ispirato la fiducia di poterti dire ciò. Se ho sbagliato nel modo o nel contenuto, scusami e credi che voleva essere solo un segno di "internettiano" affetto.
Mila
@Mia, e' vero, hai ragione, io vivo la mia vita di petto, mai di spalle. Ma non potrei fare diversamente… e a dire il vero anche le scelte che sembrano radicali ed istintive le faccio dopo averci pensato e provato diverse reazioni, e spesso, l'unico modo di reagire che trovo "giusto" per me e per i miei sentimenti e' quello che riflette chi sono. Che poi comunque sono pronta a cambiare. In questo caso, ancora non ci siamo trovate con L. perché, e te pareva, lei all'ora di pranzo deve stare a casa a prepararlo per il marito!! Ma il marito non si può preparare un panino da solo? Non so quando succederà, ma mi sono già cascate le braccia… in più ho sognato qualche notte fa che ci facevo una rissa col marito!! Non so come andrà a finire questa storia. Comunque più ci penso più so che non sarà mai come prima. Mai.
Eliminasono felice che andrete a pranzo insieme!!
RispondiElimina@Valentina VK, eh… se hai letto il mio commento precedente, sai che non e' ancora successo… Le relazioni umane non sono mai facili.
EliminaSarà che ovviamente mi mancano un sacco di informazioni riguardo alla tua vicina per poter esprimere un giudizio completo ma leggendo la risposta alla tua mail non posso che concludere che la tizia è succube del marito o per lo meno molto passiva nei suoi confronti e nei confronti delle sue idee, quindi, nonostante sembri professare di essere una mente aperta, non potrà che assecondarlo.
RispondiEliminaAnche il linguaggio usato nella sua risposta non m i lascia presagire niente di buono.
Praticamente ti ha risposto che "io non sono razzista, sono LORO che si comportano male" che è la giustificazione di qualsiasi razzista.
In più, qualsiasi persona mi dica "io non mi occupo di politica" viene immediatamente squalificata ai miei occhi. Quale miopia si nasconde in queste parole! Tutto è politica, anche il parcheggiare in divieto di sosta ignorando la segnaletica! Certo, un commento del genere da un'americana me lo aspetto in una nazione dove in pochi vanno a votare e molti percepiscono le istituzioni, sia federali che statali o cittadine come un inutile (e spesso fastidiosa) interferenza nelle loro vite. Dove i rapporti con il prossimo sono regolati più dall'educazione e dai dettami (spesso di matrice religiosa tipo "ama il prossimo tuo") che dalla reale voglia di costruire una comunità civile basata su regole reciproche.
Perdonami se mi permetto di darti consigli e se esprimo giudizi; secondo me non hai fatto una buona mossa a tagliare di punto in bianco i rapporti con loro; forse con il senno di poi sarebbe stato meglio raffreddarli limitandosi a cortesi buongiorno e buonasera declinando gentilmente qualsiasi altra offerta di passare del tempo assieme; con il tempo questa relazione sarebbe avvizzita e caduta come un ramo secco senza bisogno di giustificazioni e spiegazioni.
D'altro canto penso che no, non ci sono speranze che tu possa recuperare l'amicizia con questa tipa (e francamente nemmeno te lo auguro visto il soggetto).
Perdonami il pippone, in bocca al lupo!
---Alex
@Alex, il tuo commento hit the nail in the head, per cosi dire. Hai ragione, e' tutto vero quello che hai scritto, se non che in realtà io vedo più coinvolgimento politico qui che non in Italia, anche se poi statisticamente parlando, la maggioranza sta a casa il giorno delle elezioni, e solitamente sono i giovani (mio figlio, ad esempio, ha rimandato la registrazione per votare a novembre e quest'anno non vota! Gli ho fatto il cazziatone, ma a lui non interessa.. ancora!) In più nono so se segui tutti i casini fatti negli stai al sud dove hanno ristabilito le leggi elettorali che impediscono, di fatto, alle minoranze di votare… Io non sono mai stata interessata alla politica in Italia, non ci capivo niente, 200 partiti…. vabbe' mi fermo… Come ho scritto negli altri commenti, ancora non ci siamo trovate (a parte una volta per caso al supermercato… awkward!) e quando succederà io le riproporrò le sue parole… E comunque non sarà mai più come prima, hai ragione: languirà nel mio circolo (enorme!) di ex-amici...
EliminaA me i chiarimenti piacciono e anche le discussioni, trovo ci sia sempre da imparare da uno scambio, anche con la persona che ci appare più lontana.
RispondiEliminaDetto questo, ecco, faccio fatica a credere che qualcuno possa dividere la vita con chi la pensa in modo assolutamente diverso dal suo su argomenti fondamentali per il vivere civile
@Ciacco29: infatti, una diversità così di base per me sarebbe motivo di divorzio, ad esempio
EliminaCiao Moky,
RispondiEliminaè la prima volta che commento il tuo blog e guarda che tema! Io sono sangue misto afro-italiano, mio figlio è a sua volta un sangue misto afro-italo-spagnolo.
Apprezzo la tua diplomazia, io ho spesso avvertito il paradosso assurdo di essere trattata diversamente appena l'interlocutore realizza che no, non sono venuta in barcone ma nata a Milano e mio padre non fa il vu'cumprà ma è ingegnere con anche grandi responsabilità.
Purtroppo, dopo 30anni avendo vissuto sulla mia pelle ogni tipo di razzismo edulcorato (della serie "io non sono razzista però...") o averlo visto su amigi gay per esempio, ti dico: sei troppo buona, sei stata anche molto diplomatica ma per me non ne vale proprio la pena.
Uscendo a pranzo te ne renderai conto da sola.
Io avrei semplicemente detto (come poi mi è capitato di dire) : è stato bello ma per amor proprio e rispetto le nostre strade si separano qua.
Per quanto la tua amica si professi non razzista i discorsi che la figlia sente in casa sono quelli e mi pare che lei come madre non abbia gran ché da ribattere eh.
@ Deshna Francesca: grazie mille del tuo commento! Condivido il tuo pensiero, soprattutto perché non essendoci stata occasione di vedersi ancora (almeno ufficialmente), piu' tempo passa e meno mi sento in vena di accettare questo modo di pensare e queste semi-apologie di razzismo velate di perbenismo. Quando usciremo a pranzo, probabilmente capiremo entrambe in che direzione andare.
EliminaCiao Moky,
RispondiEliminacondivido in pieno il tuo comportamento e le tue risposte. Su una cosa non sono d'accordo però, nel pubblicare il testo delle email della tua amica. Gliel'hai chiesto? Non vorrei che se le dovesse trovare questo potrebbe essere il motivo di una nuova incomprensione.
@Clara, grazie del commento. No, non le ho chiesto se potevo pubblicarle, e non mi interessa farlo: questo blog e' appositamente scritto in italiano e registrato in lingua italiana, proprio perché voglio avere una minima libertà di parlarvi di quello che mi succede… spero che nessuno glielo vada a dire!
EliminaSe una persona cerca il dialogo, cerca un confronto civile, cerca una spiegazione, darle una possibilità è il minimo. Hai scritto una bellissima mail, molto chiara, non da adito a dubbio alcuno.
RispondiEliminavedremo come procederà la vostra amicizia, che è stata un po' intaccata.
@Moky: in effetti l'amicizia e' stat intaccata, e molto. Per il momento sono in limbo, ma sinceramente non mi interessa. Sara' quel che sara', a questo punto...
EliminaSecondo me e' molto carino da parte tua rivedere la tua amica e darle la possibilita' di chiarire ancora meglio o comunque di mostrarle ulteriormente la tua disponibilita' nei suoi confronti, pero' onestamente credo che per essere realmente amici occorra avere anche una certa affinita' mentale e non mi pare che questo sia il caso. Certo ci possono essere rapporti amichevoli meno "intimi" (scusa, non trovo un termine piu' adeguato), intendo di quelli che una volta ogni tanto ci si vede, si beve una caffe' e chi s'e' visto s'e' visto, senza andare troppo a fondo, ma l'amicizia con una persona cosi' distante da te, beh quella la vedo dura. Aggiungo che di "amiche" del genere ne ho-ho avute ma questo genere di rapporti fatti di pochi punti in comune e molti punti di dissenso mi procurano piu' stress che benessere, quindi che senso hanno? (lo chiedo anche a me stessa :/ )
RispondiElimina@Mel, esatto. Se sapessi quante persone, amiche, con cui ci siamo separate a tutti gli effetti dopo l'elezione di Obama, ad esempio! Loro mi evitano e io evito loro… E' un processo di selezione naturale, anche se apprezzo il tentativo di L di mantenere viva l'amicizia, probabilmente ci tiene più lei che io… Vedremo.
EliminaAnche io sono una che sparisce, lascio cadere un mucchio di discussione quando penso che non ne valga la pena.
RispondiEliminaPero' devo fare i miei complimenti, a lei, dopotutto... perche' ha messo da parte l'orgoglio e cmq e' sintomo di intelligenza (Anche se le sue spiegazioni non mi convincono... mi fanno pensare) e a te... che la inviti a pranzo per riprovare.
Un abbraccio!
@sognoaustraliano: io preferisco sempre l'amputazione, piuttosto che cercare di riparare una relazione fratturata. Forse sono esagerata, ma devo viete con me stessa, quindi… Mi ha mandato un messaggio proprio 5 minuti fa dicendo che dobbiamo aspettare che il marito cambi turno, per uscire a pranzo… ho le braccia a terra…
Eliminap.s.: grazie per la nomina al giochino… lo faro appena riesco!
Concordo pienamente con le tue idee al riguardo di questo tema, la vita reale e concreta dei poliziotti e di tutta la società è complessa e fatta di individui ognuno con le proprie debolezze. Ma se le azioni di ogni giorno non sono fermamente ispirate da dei principi sacrosanti di uguaglianza è difficile che la situazione cambi. Inoltre penso che ogni ghetto "povero" abbia le stesse possibilità di essere caratterizzato da crfiminalità, traffico di droga ecc.
RispondiEliminaBuona giornata!
Alessandra
@Alessandra: condivido il tuo commento al 100%.
EliminaNon posso che concordare con Deshna Francesca, ma ho sempre la speranza di sbagliarmi. Raccontaci fra qualche tempo le tue impressioni...
RispondiElimina@Zion: sono ancora in attesa. Ma non sto sudando per l'eccitazione, di sicuro!
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